A Giorgio Parisi il Nobel per la Fisica

L'Accademia Reale Svedese delle Scienze ha anunciato i Premi Nobel per la Fisica e l'italiano Giorgio Parisi, 73 anni, è tra i vincitori, insieme al giapponese Syukuro Manabe e il tedesco Klaus Hasselmann. La motivazione del Premio recita "per la scoperta dell'interazione tra il disordine e le fluttuazioni nei sistemi fisici dal livello atomico alla scala planetaria". Gli altri due colleghi "per la modellazione fisica del clima della Terra, che ne quantifica la variabilità e prevede in modo affidabile il riscaldamento globale".

La prima reazione di Parisi, in collegamento con l'Accademia delle Scienze è stata: "Sono felice, non me lo aspettavo, ma sapevo che avrebbero potuto esserci delle possibilità", ha poi aggiunto: "Il Nobel sarebbe dovuto andare anche a Nicola Cabibbo", fisico italiano, morto nel 2010, a cui fu negato il Nobel nel 2008 e furono premiati fisici le cui scoperte richiamavano direttamente quelle di Cabibbo.

Giorgio Parisi

 

Giorgio Parisi è presidente della classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali dell'Accademia dei Lincei (di cui è stato Presidente), ordinario di Fisica teorica all'Università "La Sapienza" di Roma, ricercatore associato dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e non è certo nuovo a ricevere importanti premi e riconoscimenti: il Premio Wolf (2021), la Medaglia Max Planck (2011), la Medaglia Dirac per la fisica teorica (1999), la Medaglia Boltzmann (1992). Inoltre poche settimane fa lo scienziato è stato il primo italiano a entrare nella prestigiosa lista Clarivate Citation Laureates, che raccoglie i ricercatori le cui pubblicazioni sono fra le più citate al mondo.

Laureatosi a Roma nel 1970 sotto la guida di Nicola Cabibbo con una tesi sul bosono di Higgs, le sue ricerche hanno spaziato in numerosi campi: dalle particelle elementari alla meccanica statistica, dalla fluidodinamica alla materia condensata, dai supercomputer ai sistemi complessi come le reti neurali, dal sistema immunitario al movimento di gruppi di animali.

I sistemi complessi, citati nella motivazione del Nobel, sono una struttura composta da sottosistemi che possono interagire tra di loro con un meccanismo di retroazione (feedback) che ne influenza il comportamento e i risultati. Quindi va studiato nella sua interezza e complessità per cercare di capirne il funzionamento. Le ricerche di Parisi dimostrano come la complessità emerge spontaneamente dal disordine intrinseco della materia e dalle fluttuazioni dal livello atomico alla scala planetaria, in pratica superando (in parte) il concetto di causa-effetto che sta alla base di tutta la fisica classica.

A proposito dei due colleghi con cui condivide il Nobel, i "padri" degli attuali modelli climatici, oltre a complimentarsi, ha affermato: "È chiaro che per la generazione futura dobbiamo agire ora in modo molto rapido contro i cambiamenti climatici".

 

I Premi Nobel per la Fisica italiani

Guglielmo Marconi, 1909, con il tedesco Karl Ferdinand Braun in riconoscimento del loro contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili.

Enrico Fermi, 1938, per la sua dimostrazione dell'esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari indotte da neutroni lenti.

Emilio Segrè, 1959, con lo statunitense Owen Chamberlain per la loro scoperta dell'antiprotone.

Carlo Rubbia, 1984, con l'olandese Simon van der Meer per il loro contributo decisivo al grande progetto che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazione debole.

Riccardo Giacconi, 2002, per i contributi pionieristici all’astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X.

Giorgio Parisi, 2021, per la scoperta dell'interazione tra il disordine e le fluttuazioni nei sistemi fisici dal livello atomico alla scala planetaria.