Il ruolo dell'Istituto di Alta Matematica in un'intervista a Elisabetta Strickland

Pubblichiamo un'intervista alla professoressa Elisabetta Strickland sul ruolo dell'Istituto Nazionale di Alta Matematica (INdAM).

 

Ci racconta cos’è l’INdAM ed il ruolo che questo ente esercita per lo sviluppo della Matematica italiana?

L’INdAM è l’Istituto Nazionale di Alta Matematica ed è stato fondato da Francesco Severi nel 1939. Le sue attività sono volte a favorire ed incentivare la ricerca e la formazione su tutto il territorio nazionale e a promuovere un contatto stretto tra la ricerca in matematica italiana ed internazionale.

 

L’INdAM era finito nella lista degli “enti inutili” stilata dal ministero dell’Istruzione. Sappiamo che lei si è battuta, con successo, per togliere l’Istituto dalla lista nera. Ci spiega qual’è l’importanza di avere un istituto autonomo che sia un punto di riferimento per il mondo della Matematica?

Certamente finire nella lista degli “enti inutili” è stato uno dei momenti più drammatici per l’INdAM nel periodo del mio mandato. L’INdAM infatti è tutt’altro che inutile, è anzi utilissima. Fra l’altro gode di buona salute finanziaria e nel corso dell’ultimo quadriennio la dotazione ordinaria è aumentata del 13%. Ci sono state inoltre elevate risorse aggiuntive, come il finanziamento europeo per il progetto INdAM-Cofund, un finanziamento da parte del Progetto lauree scientifiche per le borse di merito e una eredità da dedicare a borse di studio in teoria dei numeri. Quindi l’INdAM mette a disposizione della comunità matematica italiana, in un periodo in cui la ricerca scientifica ha subito gravi tagli, finanziamenti per lo svolgimento di numerose attività, che comprendono, fra l’altro, programmi di borse di studio e assegni di ricerca, iniziative relative all’internazionalizzazione, all’organizzazione di incontri, di workshops, periodi intensivi e alla incentivazione delle applicazioni delle ricerche matematiche.

 

Numerose sono state le borse di studio stanziate dall’Istituto per i giovani matematici. Quali obiettivi sono stati raggiunti?

L’INdAM ha attualmente una offerta di borse di studio comparabile con quella delle maggiori istituzioni e centri di ricerca a livello internazionale. L’assortimento comprende borse di merito, borse di dottorato, borse post-doc e borse per l’estero. L’INdAM è persino intervenuta nel 2010 con un bando per 25 borse per gli studenti dei corsi di laurea triennali e magistrali presso l’Università dell’Aquila, iniziativa che resterà viva finché la sfortunata città sarà tornata alla normalità.

Gli obiettivi raggiunti sono stati importanti: oltre alla incentivazione a intraprendere o proseguire lo studio della matematica a livello universitario, le nostre borse, specialmente quelle post-doc, rappresentano, in un momento in cui risulta estremamente problematico il reclutamento nelle università, un efficace strumento di sostegno dei nostri giovani matematici più promettenti e un’arma contro la fuga dei cervelli: abbiamo esempi di giovani studiosi che, supportati dalle nostre borse post-doc, hanno potuto attendere fino ad ottenere una posizione stabile nel mondo della ricerca. Il nostro paese ha bisogno di scienziati, se le nostre menti migliori fuggono all’estero, il paese fatalmente andrà incontro ad una decadenza irreversibile.

 

Lei è stata Vice-Presidente dell’INdAM. Quali sono state, fra le numerose attività svolte, le iniziative che ha condotto con maggior soddisfazione?

Sulla pagina web dell’INdAM, www.altamatematica.it, appare attualmente, assieme alla mia candidatura al nuovo CdA, un documento di presentazione, in cui ho riassunto il mio operato in questi quattro anni. Comunque una delle soddisfazioni maggiori ritengo di averla avuta grazie alla Compagnia San Paolo di Torino, che ha erogato all’INdAM un finanziamento di 240.000 euro, con cui abbiamo creato due corpose borse post-doc della durata di tre anni ciascuna: di esse hanno usufruito due brillanti giovani che lavorano nella matematica applicata, Andrea Tosin, torinese e Giulia Menconi, pisana. Considero francamente ogni borsista INdAM alla stregua di mio figlio, nel senso che mi sta a cuore il suo futuro esattamente come mi sta a cuore il futuro di mio figlio. Le fondazioni bancarie possono fare molto per la ricerca scientifica in Italia e auspico che anche nel prossimo futuro si continui a cercare la loro collaborazione.

Mi ha anche dato grande soddisfazione organizzare le quattro Giornate INdAM 2008, 2009, 2010 e 2011, rispettivamente a Padova, Torino, Catania e L’Aquila. Esse sono una tradizione iniziata nel 2004, intesa ad offrire conferenze di alto profilo su temi attuali della ricerca, tenute da studiosi di livello internazionale. In tali occasioni, con la collaborazione di alcuni colleghi del Comitato Direttivo, abbiamo invitato complessivamente 16 matematici: l’anno scorso tra questi c’era anche Cedric Villani, a cui due mesi dopo è stata assegnata una delle medaglie Fields. Le giornate INdAM richiedono un grosso impegno organizzativo, ma rappresentano anche un’occasione concreta di collaborazione con i Dipartimenti di Matematica italiani, prova ulteriore del ruolo nazionale dell’INdAM.

 

Lei adesso si ricandida nelle elezioni, che si terranno all’inizio di luglio, per il Consiglio di amministrazione dell’Ente. Ci anticipa quali saranno i prossimi impegni ai quali vorrebbe dedicarsi?

Un impegno che mi sembra prioritario è far funzionare il nuovo statuto che abbiamo elaborato in seguito alla applicazione della legge delega sul riordino degli Enti di Ricerca. Tale statuto, che rivoluziona l’assetto dell’Ente, prevede un Consiglio Scientifico ed un Consiglio di Amministrazione che non hanno intersezione, mentre prima il Presidente ed i due Vice Presidenti facevano parte sia del Comitato Direttivo che del CdA. Inoltre i direttori dei Gruppi di Ricerca, che sono le strutture attraverso cui i matematici italiani, attivi nella ricerca, interagiscono con l’INdAM, finora erano automaticamente membri del Comitato Direttivo; ora invece, per esplicita volontà del MIUR, non faranno parte del Consiglio Scientifico. È necessario quindi lavorare su questo punto, e creare una fattiva situazione di dialogo tra il CdA e il CS, che li renda efficienti e ben caratterizzati, nonostante le variazioni imposte dalla Legge di riordino.

Per questi motivi mi sembrerebbe opportuno che nei nuovi organi fossero presenti anche coloro che hanno partecipato alla stesura del nuovo Statuto: il lavoro svolto tramite impegnative e a volte logoranti mediazioni può ora tramutarsi in linfa vitale ed esperta.

Risolto questo problema, sarà possibile continuare a seguire e ampliare le linee di intervento curate negli ultimi anni, in particolare le iniziative di internazionalizzazione, quelle volte a favorire l’avviamento alla ricerca delle nuove leve di ricercatori, e quelle destinate al reperimento di nuove risorse, sia pubbliche che private.

Il “fund raising” è fondamentale per l’INdAM ed è un’attività estremamente faticosa, ma è anche “challenging”, perchè porta l’INdAM a confrontarsi con varie realtà del nostro paese che esistono e, nonostante la crisi, funzionano.

 

Lei era nella “pattuglia” italiana che ci ha rappresentato all’ultimo Congresso dell’Unione Matematica Internazionale. L’Italia può imparare qualcosa dagli altri paesi? Siamo sufficientemente all’avanguardia o abbiamo perso il “passo” con le altre nazioni?

Francamente non mi candiderei di nuovo all’INdAM se pensassi che L’Italia non regge il confronto con le altre nazioni. Tuttavia vorrei fare alcune considerazioni ispirate proprio dalla partecipazione all’Assemblea Generale dell’IMU, International Mathematical Union, e all’ICM, Congresso Internazionale dei Matematici. Tra gli “invited speakers” all’ ICM erano presenti solo due italiani che lavorano in Italia, Nicola Fusco e Vieri Mastropietro, mentre il numero complessivo degli “invited speakers” era 178.

Personalmente ritengo che in Italia abbiamo matematici di talento assolutamente adeguati a rappresentarci all’ICM in numero decisamente superiore, come è successo per altri paesi europei tipo la Francia, la Germania e il Regno Unito. Quello che bisogna intensificare è la “lobbying”, cioè il lavoro di relazioni che portano ad essere presenti nelle commissioni designate per scegliere gli speakers. Questo richiede una presenza constante nelle riunioni internazionali in cui l’Italia ha una delegazione, cioè alle riunioni del Council dell’EMS, la European Mathematical Society e all’Assemblea generale dell’IMU. Peraltro, grazie al lavoro paziente dei Presidenti dell’Unione Matematica Italiana in anni recenti, l’Italia ha l’onore di avere il numero massimo di delegati all’Assemblea Generale dell’IMU, cioè cinque. I paesi che hanno come noi questo privilegio sono solo nove: Canada, Cina, Francia, Germania, Israele, Giappone, Russia, Regno Unito e USA. Se si calcola che i paesi aderenti all’IMU sono quasi ottanta, si comprende quanto rilevante sia la nostra appartenenza alla cosidetta V classe. L’Italia ha anche avuto un Vice-Presidente dell IMU, Claudio Procesi, nel periodo 2007-2010.

Al prossimo Congresso Europeo di Cracovia, grazie alla lobbying della Unione Matematica Italiana, parleranno più italiani.

Una delle cose in cui mi sono impegnata durante il mio mandato è stata quella di sostenere la proposta volta a fare dell’INdAM il rappresentante ufficiale dell’Italia presso l’IMU, ruolo che in precedenza spettava al CNR.

Se ne avrò l’opportunità, intendo battermi ancora di più per intensificare le iniziative legate alla cooperazione internazionale, proprio per non perdere il passo con le altre nazioni.

Per quanto riguarda la possibilità di imparare dagli altri Paesi, direi che sì, abbiamo moltissimo da imparare. Prendiamo la Francia, che all’ICM si è vista assegnare due Medaglie Fields su quattro, un successo strepitoso.

Cèdric Villani, uno dei due francesi, aveva vinto in precedenza, nel 2008, uno dei dieci premi EMS. Elon Lindestrauss e Stanislav Smirnov, anch’essi Fields medalists 2010, avevano vinto lo stesso premio nel 2004. Ora la nuova Presidente dell’EMS, Marta Sanz-Solè, ha fatto circolare in Europa, ed è pervenuta anche all’INdAM, una richiesta di segnalare entro il prossimo mese di novembre matematici sotto i 35 anni che possano essere candidati ai premi. Bene, attiviamoci anche noi italiani, segnaliamoli, perché esistono!

Altro esempio concreto: in Francia il CNRS ha creato recentemente l’INSMI, National Institute for Mathematics and their Interactions. Ho avuto il privilegio di essere nominata nel nuovo Orientation Council: sono ovviamente molto onorata di ricoprire questa carica. L’INdAM ha una convenzione quadriennale con il CNRS, in base alla quale sono stati creati quattro GDRE, gruppi di ricerca europei, in altrettante aree di ricerca scientifica della matematica. Ritengo quindi che con questa occasione i francesi mi abbiano fornito un osservatorio privilegiato che mi consentirà, se ne avrò la possibilità, di intensificare i nostri rapporti di collaborazione con la Francia, tanto per citare uno dei paesi da cui abbiamo molto da imparare.

 

(Intervista a cura di Jacopo De Tullio)