La simulazione della seconda prova di Matematica: un commento

Il giorno 10 dicembre 2015 è stato possibile accedere al testo della prima simulazione della seconda prova di Matematica dell'Esame di Stato per i Licei scientifici. La scelta che è stata fatta nella mia scuola è di non aver organizzato la simulazione su 6 ore, anche perché siamo a fine trimestre, ma di suddividerla e svolgerla con gli studenti in momenti diversi.

Da un giro di consultazioni con colleghi di altre scuole, mi sembra che la decisione di non svolgerla contestualmente sia stata quasi unanime.

Nessuna novità dal punto di vista della struttura: due problemi, a scelta alternativa dello studente, e dieci quesiti, di cui lo studente per avere il massimo voto deve svolgerne cinque.

I contenuti proposti sono quelli del programma della seconda parte del quarto anno e quelli che il MIUR presume siano stati svolti all'inizio del quinto anno, secondo le Indicazioni Nazionali.

Nessuna novità anche sul fronte della scelta di problemi di tipo "contestualizzato" per lo svolgimento dei quali lo studente dovrebbe individuare una "strategia di soluzione". I quesiti proposti sono invece di carattere più generale e non molto diversi da quelli assegnati nel corso degli ultimi Esami di Stato.

Personalmente trovo positivo che il MIUR continui a "forzare" nella direzione della contestualizzazione, perché penso che siano ancora troppe le resistenze, nella comunità dei docenti di Matematica, a confrontarsi con problematiche che significativamente avvicinino i nostri studenti a saper utilizzare gli strumenti appresi e utilizzati negli esercizi di tipo standard, anche in situazioni problematiche aperte e complesse.

Il punto però è proprio questo, le situazioni reali proposte nella simulazione sono così poco adeguate e lontane da quello che si intende per "problemi contestualizzati", problemi in cui uno studente di quinto anno deve attivare tutte le proprie conoscenze matematiche (anche se ancora limitate al primo trimestre) e utilizzarle in situazioni che, apparentemente, non hanno quasi nulla di immediatamente riconducibile a una modellizzazione matematica.

Possibile che non si riesca a produrre qualcosa di più significativo e meno irrealistico del problema di un artigiano che deve realizzare un contenitore di scarpe? Il rischio è che, continuando a proporre situazioni "brutte e palesemente poco realistiche" si svilisca il messaggio positivo, che a mio modesto parere, è contenuto nelle Indicazioni Nazionali che promuovono la conoscenza del concetto di modello matematico in relazione sia alla propria conoscenza personale sia alla conoscenza matematica di riferimento, quella conoscenza condivisa e approvata da tutta la comunità scientifica.

Penso che ci sia ancora tanto "cammino" da fare da parte di tutti:

• da parte di noi docenti che dobbiamo porci seriamente, senza più deroghe e scuse, il problema di costruire conoscenza (e competenza) a partire sia dai significati culturali e storici sia dai significati offerti da problematiche legate alla "realtà";

• da parte del MIUR che, a mio parere, dovrebbe fare lo sforzo di proporre un progetto didattico coerente che tenga conto delle ricerche e delle esperienze che in molti anni, ormai, sono state svolte dalle varie associazioni di insegnanti.

 

Di seguito pubblichiamo il testo della simulazione proposta dal Ministero.

Immagine tratta dal testo della simulazione