Leggiamo ... Alan Mathison Turing

da "Macchine intelligenti" (1948)

 

L'uomo come macchina

..Un modo di affrontare l'impresa di costruire una "macchina pensante " sarebbe quello di prendere una persona intera e cercare di rimpiazzare tutte le sue parti con sostituti meccanici: telecamere, microfoni, altoparlanti, ruote e servomeccanismi di gestione, come anche un qualche tipo di "cervello elettronico ". Certo, sarebbe un'impresa enormemente impegnativa. L'oggetto risultante, se prodotto con le tecniche attualmente disponibili, sarebbe di dimensioni immense, anche se la parte del "cervello " fosse fissa e controllasse il corpo a distanza. Per poter avere la possibilità di farsi un'esperienza, dovrebbe essergli permesso di aggirarsi per la campagna con serio pericolo per gli abitanti "normali ". Inoltre, anche se le fossero fornite tutte le caratteristiche viste prima, la creatura ancora non avrebbe esperienza di cibo, sesso, sport e molte altre cose di interesse per gli esseri umani. Perciò, anche se con questo metodo si è probabilmente "certi " di produrre una macchina pensante, in definitiva sembra essere troppo lento e impraticabile.
Ci proponiamo invece di vedere cosa possa essere fatto con un "cervello " che sia, più o meno, senza un corpo, provvisto al massimo di organi di vista, parola e udito. Dobbiamo affrontare allora il problema di trovare campi adatti del pensiero in cui la macchina possa esercitare i suoi poteri. I seguenti mi sembrano adatti:

  1. Diversi giochi, come scacchi, filetto, bridge, poker
  2. L'apprendimento delle lingue
  3. La traduzione delle lingue
  4. La crittografia
  5. La matematica.

 

Di questi, (a) (d) e in misura minore (c) e (e) si prestano bene, in quanto richiedono poco contatto con il mondo esterno.
Ad esempio, perché la macchina sia in grado di giocare a scacchi i suoi soli organi devono essere "occhi " capaci di distinguere le varie posizioni su una scacchiera appositamente costruita, e mezzi per comunicare le proprie mosse. La matematica dovrebbe essere preferibilmente ristretta a settori dove non si faccia molto uso di diagrammi. Dei campi citati, l'apprendimento delle lingue sarebbe il più sbalorditivo, perché è la più "umana " di tutte queste attività. Essa tuttavia sembra dipendere troppo da organi di senso e di locomozione per essere praticabile.
Il campo della crittografia sarà forse quello che darà più soddisfazioni. Tra i problemi fisici e quelli crittografici sussiste un notevole parallelismo. Il sistema su cui è basata la cifratura corrisponde alle leggi dell'universo, i messaggi intercettati corrispondono all'evidenza sperimentale, le chiavi adottate per un giorno o per un messaggio a importanti costanti che devono essere determinate. L corrispondenza è molto stretta, ma la crittografia, a differenza della fisica, si affronta in modo molto facile con macchine discrete.



Anche se abbiamo abbandonato il progetto di costruire una "persona intera ", faremo bene a confrontare ogni tanto le caratteristiche della nostra macchina con quelle di una persona. Non sarebbe leale aspettarsi che una macchina uscita fresca dalla fabbrica competa con un laureato su un piede di parità. Il laureato ha avuto contatti con altri esseri umani per venti e più anni, contatto che ha continuato a modificare il suo modello di comportamento lungo tutta la vita: I suoi insegnanti, anzi, si sono sforzati intenzionalmente di modificarlo, e alla fine di quel periodo un gran numero di rigide procedure si trovano super-imposte sullo schema originale del suo cervello. Queste procedure sono note alla comunità nel suo complesso. Egli è quindi nella posizione che gli permette di tentare nuove combinazioni, di apportare leggere variazioni, e applicarle in modi nuovi.
Possiamo dire che, nella misura in cui una persona è una macchina, lo è solo come macchina soggetta a moltissime interferenze. (In effetti l'interferenza sarà la norma piuttosto che l'eccezione). Un uomo è in costante comunicazione con altri uomini, e riceve continuamente stimoli visuali e di altro genere che di per sé costituiscono una forma di interferenza. E' solo quando la persona si "concentra" con l'obiettivo di eliminare stimoli o "distrazioni " che viene ad approssimare una macchina senza interferenza.
A noi interessano soprattutto macchine con relativamente poca interferenza, per le ragioni dette nel precedente paragrafo, ma è importante ricordare che, benché una persona quando si concentra si possa comportare come una macchina non soggetta a interferenza, il suo comportamento durante la concentrazione è determinato in larga misura dai modi in cui è stato condizionato dall'interferenza precedente.
Se stiamo cercando di costruire una macchina intelligente, e abbiamo deciso di seguire per quanto è possibile il modello umano, dovremmo incominciare con una macchina che abbia una capacità minima di eseguire operazioni elaborate o di reagire in modo disciplinato ai comandi (che prendono la forma di interferenza). Nel seguito, applicando un'interferenza adatta, simulando l'educazione, dovremmo sperare di modificare la macchina finché si possa far affidamento sul suo produrre reazioni definite a certi comandi. Questo sarebbe l'inizio del processo. Per ora non cercherò di seguirlo più oltre.

 

Alan M. Turing
Intelligenza meccanica
A cura di Gabriele Lolli

Bollati Boringhieri, 1994, pp. 103-105