Luca Pacioli e la prospettiva

Tratti dai numeri 93 e 94 di Lettera matematica pristem pubblichiamo gli interventi di Vico Montebelli, storico della matematica medievale e rinascimentale, su Luca Pacioli e la prospettiva.

 

Premessa

Luca Pacioli è stato uno dei matematici più significativi del Quattro-Cinquecento. Nato a Sansepolcro attorno al 1445, conterraneo quindi di Piero della Francesca e solo di un trentina d'anni più giovane, deve la sua importanza principalmente al ruolo che ha avuto nella storia della Matematica quale grande sistematore di tutto il sapere matematico dai tempi di Leonardo Pisano (sec. XIII) fino ai primi del Cinquecento.

La sua Summa de aritmetica, geometria, proportioni et proportionalità (Venezia 1494) è una vera e propria enciclopedia: è il punto più alto della Matematica dei mercanti e dei tecnici, la cosiddetta Matematica abachistica, ma si occupa anche di Aritmetica speculativa e di Algebra, disciplina che costituiva al tempo la ricerca avanzata. Si potrebbe dire paradossalmente che, volendo conoscere i temi della Matematica medievale, non ci sarebbe neppure bisogno di andarli a studiare nelle opere relative ai secoli XIII, XIV e XV perché sono tutti nella Summa.

Anche la Ragioneria deve molto al suo lavoro. Il suo trattato De Computis e Scripturis contenuto nella Summa è la prima edizione a stampa della tenuta dei libri contabili con il metodo della partita doppia. Il metodo era probabilmente in uso nella pratica mercantile fin dal secolo XIII ma il grande merito di Pacioli è quello di averlo codificato ed esposto in maniera organica per primo.

Le opere di Pacioli hanno avuto notevole diffusione ed esercitato una grande influenza. Dopo il suo trattato di Ragioneria, ad esempio, vengono pubblicate, in Italia e all'estero, un gran numero di opere sull'argomento che fanno esplicito riferimento a questo lavoro. La sua Summa è studiata da tutti i migliori matematici del Cinquecento che raggiungono risultati straordinari anche grazie a lui: nel campo dell'Algebra, la risoluzione delle equazioni di grado superiore al secondo, ad opera di Scipione del Ferro, Nicolò Tartaglia, Gerolamo Cardano e Ludovico Ferrari, rappresenta il primo vero superamento delle conoscenze degli antichi. Cardano ammette esplicitamente il suo debito nei confronti di Pacioli, anche Tartaglia lo riconosce, pur criticandolo, tanto che si propone di curare una edizione corretta della Summa. Raffaele Bombelli scrive, nella sua Algebra, che Pacioli è stato il primo a dare "la luce all'algebra". Insomma Pacioli è stato ed è tuttora oggetto di studio molto attento.

 

 

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