Un ricordo di Leonello Paoloni, chimico e storico della Chimica

Pubblichiamo l’intervento di Pietro Nastasi tenuto in occasione della giornata organizzata dall’Accademia dei XL in ricordo di Leonello Paoloni (1920-2011).

 

Si è svolta a Roma, il 5 marzo scorso, per iniziativa dell'Accademia dei XL, del Dipartimento di Chimica dell'Università di Palermo e del Gruppo Nazionale di Fondamenti e Storia della Chimica, una giornata in ricordo di Leonello Paoloni, docente di Chimica teorica ma studioso altresì dei problemi della didattica e della storia della Chimica.

Dopo la laurea in Chimica conseguita nel 1944 – dopo l'esperienza militare e la militanza fra le forze antifasciste che portarono alla liberazione di Roma nel giugno di quell'anno – ed una breve esperienza di lavoro presso un saponificio in Calabria, approda nei primi anni '50 all'Istituto Superiore di Sanità, allora vero centro di eccellenza scientifica del Paese.

Durante i primi anni '60, all'interno di un tentativo di rilancio scientifico dell'Università di Palermo guidato da uno scienziato di prim'ordine quale fu Alberto Monroy (1915-1986), “quello dei ricci di mare”1, fu chiamato ad impiantare, come incaricato, l'insegnamento della Chimica teorica. Nel 1968, vinto il relativo concorso, il prof. Paoloni viene chiamato quale ordinario della disciplina e decide allora di lasciare definitivamente l'Istituto romano e stabilirsi nel capoluogo dell'isola. E ciò malgrado l'impatto non proprio felice con l'ambiente locale. Così ricordava i primi anni:

“Nell'ottobre del 1962 Accascina mi chiese di avviare a Palermo l'insegnamento della Chimica Teorica, un settore disciplinare che egli riteneva utile per realizzare ciò che aveva in mente. Accettai il suo invito, lieto per l'occasione che mi offriva, e giunsi a Palermo nei primi giorni del dicembre 1962. Le sue idee innovative avevano il consenso dei Colleghi Alessandro Cimino, straordinario di Chimica Generale, e Sigismondo Cusmano, ordinario di Chimica Organica, e del Preside della Facoltà, Alberto Monroy, ma incontravano anche varie resistenze: alcuni dei docenti incaricati trovavano più comodo mantenere le regole precedenti; molti studenti osteggiavano la nuova impostazione didattica che, modificando il contenuto abituale degli insegnamenti di matematica e di fisica, aveva reso più impegnativi alcuni corsi. Ci volle qualche anno, e soprattutto pazienza e perseveranza (due grandi doti di Filippo Accascina!), prima che il cambiamento fosse accettato dalla grande maggioranza dei docenti.”

Nel corso degli anni il prof. Paoloni, sempre attento ai problemi che bloccavano uno sviluppo armonico e progressivo degli studi della disciplina e più in generale della scienza, collabora a iniziative di vario genere che spaziano da quelli educativi (ricordo il suo impegno, insieme al matematico Carlo Pucci, nel COASSI – Comitato di coordinamento delle associazioni scientifiche italiane – nello studio comparato dei sistemi educativi europei nel campo delle discipline scientifiche), a quelli propri della didattica disciplinare, a cui dedica un volume del 1982 – Nuova didattica della Chimica – recentemente ristampato dalla Società Chimica Italiana, a quelli storico-epistemologici, collaborando alla nascita del “Gruppo nazionale di Storia e Fondamenti della Chimica” nel 1983, collaborando alla nascita del “Seminario di storia della scienza” di Palermo e occupandosi in prima persona di storia della scienza (come dimenticare i quattro volumi dedicati alla raccolta e organizzazione della corrispondenza di Cannizzaro o il documentato volume sulla “storia politica” dell'Università di Palermo – Sellerio, 2005 – o, ancora, l'aureo intervento “Il passato delle teorie strutturali nel presente della chimica” in un convegno del CIDI fiorentino del 1986).

Si è detto che il suo assoluto rigore morale e intellettuale era “evidente e contagioso”. È anche per questo che ne sentiamo maggiormente la mancanza.

 

 

1. Così ci piacque definirlo nella raccolta che riuniva i suoi interventi divulgativi sulla stampa quotidiana: N. Di Domenico, G. Giudice, P. Nastasi (a c. di), Quello dei ricci di mare: scritti brevi di Alberto Monroy, Sciascia editore, Caltanissetta-Roma, 1988.