Giorgio Abetti

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Giorgio Abetti acque a Padova il 5 ottobre 1882 e morì a Firenze il 24 agosto 1982.

Fu figlio "d'arte", essendo il padre Antonio (1846-1928) anch'egli astronomo e, in particolare, direttore dell'Osservatorio di Arcetri. Laureato in Fisica a Padova, dopo che aveva già collaborato con il padre nelle osservazioni astronomiche, andò a perfezionarsi (1906) in Germania: prima all'Osservatorio di Berlino e poi a quello di Heidelberg. Nel 1908 si trasferì negli Stati Uniti, dove ebbe il primo incontro con l'Astrofisica: all'Osservatorio di Yerkes (Williams bay, Wisconsin) collaborò con Philip Fox all'osservazione e allo studio delle protuberanze solari eruttive, mentre all'Osservatorio di Monte Wilson (California) collaborò fino al 1909 con l'astrofisico George Ellery Hale. Rientrato in Italia venne destinato all'Osservatorio del Collegio Romano dove fu costretto a ritornare all'Astronomia di posizione, salvo qualche "divagazione" verso la Fisica stellare, usando il rifrattore Steinhell di 38 cm per misurare stelle doppie visuali.

Giorgio Abetti

 

Quasi alla fine della prima guerra mondiale, fu nominato addetto militare presso l'Ambasciata italiana a Washington e potè riprendere i contatti con gli astrofisici statunitensi e maturare il progetto di un Osservatorio astrofisico ad Arcetri, dove nel frattempo si era trasferito (1919). Ottenne fondi dalla Fondazione Hale (2000 dollari) e dalla "National Science Foundation" (500 dollari) per l'erezione della torre solare e la costruzione di uno spettroeliografo come indispensabile complemento. Nel 1925, anno in cui fu inaugurata la torre solare, vinse il concorso per la cattedra di Arcetri che restò sua fino al collocamento a riposo (1952).

La produzione scientifica di Abetti è molto vasta. Principalmente dedicata all'Astrofisica, comprende però un'ampia manualistica ed una notevole parte dedicata alla divulgazione. In quest'ultimo settore si annoverano 92 articoli su "Sapere", 26 sul periodico "Luce ed Immagini" (rivista dell'Associazione Ottica Italiana) e 254 articoli sul quotidiano "La Stampa" di Torino (nel periodo 1952-1979).

Vincitore (1929) del "Premio Reale" dell'Accademia dei Lincei, ottenne anche (1937) il premio Janssen attribuito annualmente in Francia agli astronomi più in vista del mondo. Fu Presidente della SAIT (1953-1964) e, per molti decenni, dell'Istituto Nazionale di Ottica. Membro dell'Unione Astronomica Internazionale fin dalla fondazione (1919), ne fu vicepresidente generale dal 1948 al 1955.

Necrologio: "Rendiconti Acc. Dei Lincei" S VIII, Vol. LXXVI (1983, Fasc. 5, pp. 260 - 287), a cura di M.G. Fracastoro