Mauro Picone

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Mauro Picone era nato a Palermo il 2 maggio 1885; è morto a Roma l'11 aprile 1977.

Il padre era un ingegnere minerario che la crisi dello zolfo siciliano spinse a cambiare mestiere e a dedicarsi all'insegnamento di Topografia (fra l'altro ad Arezzo e Parma, i luoghi dove Picone compì gli studi secondari). Vinto nel 1903 il concorso per l'ammissione alla “Normale”, frequenta i corsi di Ulisse Dini e Luigi Bianchi e resta "particolarmente affascinato dalla forza d'ingegno matematico di Eugenio Elia Levi, appena di due anni più anziano di lui, ma già affermatosi come ricercatore di levatura eccezionale" (Cimmino). Si laurea nel 1907 e resta a Pisa fino al 1913 quale assistente di Dini. Va poi a Torino – dove si ricongiunge alla famiglia – quale assistente di Meccanica razionale e di Analisi al Politecnico (con Guido Fubini) restandovi fino alla prima guerra. Dopo l'impegno di guerra, nel 1919 viene chiamato quale professore incaricato di Analisi a Catania, dove ritorna nel 1921 come titolare (dopo una breve parentesi a Cagliari). Successivamente, dopo una breve permanenza a Pisa nel 1924-25, passa a Napoli e quindi (nel '32) a Roma, dove resterà fino al collocamento a riposo nel 1960.

Alla formazione della personalità scientifica di Picone hanno contribuito sostanzialmente i due periodi più importanti della sua giovinezza: gli studi pisani e l'esperienza bellica. A loro si devono gli elementi costitutivi della sua produzione scientifica, ricca di quasi trecento lavori: da un lato, il gusto per l'astrattezza e la “generalità”; dall'altro, la convinzione profonda dell'importanza di risolvere numericamente problemi matematici sorti da esigenze concrete. Così, durante gli anni napoletani, Picone dà vita a un laboratorio di Analisi numerica che, malgrado i limitati mezzi di calcolo automatico allora disponibili, può considerarsi il prototipo degli innumerevoli Istituti analoghi poi diffusisi in tutto il mondo. Il piccolo istituto napoletano divenne poi, negli anni romani, l'"Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo" (1932) del C.N.R., che nel 1955 fu uno dei primi due Centri italiani a essere dotato di un calcolatore elettronico e che dal 1975 porta il suo nome. L'originale creazione dell'INAC può servire a spiegare, secondo Tricomi, "come un professore non dotato di eccezionali qualità didattiche, abbia potuto divenire in breve il più illustre capo scuola della Matematica italiana, dalla cui fucina sono direttamente o indirettamente usciti almeno i tre quarti dei professori di Analisi delle università italiane, e non – si badi bene – per manipolazioni sottobanco, bensì per autentici meriti, confermati dai giudizi dei “posteri contemporanei”: i colleghi stranieri".

(da sinistra) Mauro Picone e Renato Caccioppoli


È infatti merito grande di Picone essere riuscito a creare un centro di raccolta dei più promettenti ingegni matematici, che trovarono nell'INAC una possibilità di lavoro o di integrazione di stipendi piuttosto magri e nel suo Direttore "un Maestro pieno di comunicativo entusiasmo che sapeva spingerli, eventualmente anche con durezza, sulle ardue vie della scienza, ma trovava per loro sempre appropriati temi di ricerca in campi importanti e si compiaceva dei loro successi anche più che se fossero propri" (Tricomi). Impossibile sintetizzare i risultati dei vari filoni della sua multiforme attività di ricerca (ricca, secondo Tricomi, "di contributi abbondanti ma non eccelsi") che, a parte alcune tematiche legate alla Geometria differenziale classica, ruota sostanzialmente sulle equazioni differenziali (ordinarie e alle derivate parziali) e sul Calcolo delle variazioni. Tra i suoi risultati più noti c'è la famosa “identità di Picone” (contenuta nella sua tesi d'abilitazione del 1910) per le equazioni differenziali ordinarie lineari del secondo ordine, dipendenti da un parametro, ripetutamente citata e apprezzata per la semplicità e il grande numero di risultati cui porta in diverse situazioni. Un altro gruppo di pubblicazioni riguarda temi prevalentemente didattici (funzioni additive di campo, teorema di Green, integrale di Riemann e di Lebesgue) o, comunque, interventi su alcune proposizioni da correggere, precisare o provare con una dimostrazione più rigorosa e al tempo stesso più semplice. In questa rapida rassegna, non può mancare l'accenno a un tema che, dopo il calcolo approssimato delle soluzioni, caratterizzerà la produzione di Picone negli anni '30: la maggiorazione a priori delle soluzioni di equazioni, sia ordinarie sia alle derivate parziali.

Innumerevoli anche i riconoscimenti accademici: Premio Reale dei Lincei (1938), Medaglia d'oro dei Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte, ecc. Era membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia dei XL, della Pontificia Accademia delle Scienze e di moltissime altre (sia italiane che estere).

Necrologio: Atti della Accademia delle Scienze di Torino, vol. 111, fasc. V-VI (sett.-dic. 1977), pp. 573-576 (F.G. Tricomi); Bollettino UMI, (5) vol. XV-A (1978), n. 1, pp. 261-277 (G. Cimmino).