Delitti pitagorici

Year: 2009
Fino a qualche anno fa, in Italia, guai a parlare di Matematica e di matematici (al di fuori delle aule scolastiche e universitarie e dei testi più strettamente tecnici)! Insomma, la divulgazione matematica viveva una stagione grama e piena di avversità. Che la situazione oggi sia cambiata lo si può capire anche da un libro come quello di Tefkros Michailidis. E' un giallo, ambientato nella Grecia degli anni '30 del secolo scorso...

Tefkros Michailìdis

Delitti pitagorici

Milano, Sonzogno, 2008,

pp. 269, €17,50

 

Fino a qualche anno fa, in Italia, guai a parlare di Matematica e di matematici (al di fuori delle aule scolastiche e universitarie e dei testi più strettamente tecnici)! Insomma, la divulgazione matematica viveva una stagione grama e piena di avversità.
Che la situazione oggi sia cambiata lo si può capire anche da un libro come quello di Tefkros Michailidis. E' un giallo, ambientato nella Grecia degli anni '30 del secolo scorso. Ma la storia comincia a Parigi nel 1900, proprio in occasione del secondo Congresso internazionale dei matematici!
Su questi eventi scientifici sono stati pubblicati diversi studi e anche Michailidis dedica al Congresso di Parigi un notevole spazio. Era il Congresso di Hilbert e dei suoi 23 problemi del secolo. Le sue prime 120 pagine parlano così di Hilbert, di Poincaré, di Minkowski, di Peano, di Padoa ecc. e presentano in termini semplici, divulgativi appunto, parecchi classici problemi matematici. Il giallo vero e proprio comincia solo dopo anche se ovviamente tra la Parigi del 1900 e l'Atene di qualche decennio dopo un certo legame - s'intuisce - ci deve necessariamente essere.
Naturalmente, non stiamo a dire quale sia nè a raccontare nulla di più sulla trama del racconto.Diciamo solo che le intenzioni di Michailidis sono tra le più "nobili" - presentare i matematici del Novecento e alcune pagine tra le più significative scritte dalla Matematica "moderna" -  ma l'impianto narrativo non risulta del tutto convincente. La questione non è quella di passare in rassegna, con il "piglio" da professore, tutte le informazioni matematiche contenute nel racconto per esaminare se e quanto esse siano corrette e complete. Le perplessità sono altrove. La "trovata" su cui si regge il libro (e dunque la soluzione del giallo) può essere buon ma, da sola, non giustifica la sua lunghezza e le 270 pagine. Poteva essere un racconto breve. Forse l'esito narrativo sarebbe risultato più coerente (anche se con minore divulgazione matematica).