Scienza da vedere

Year: 2007
Scienza e cinema si parlano da più di un secolo, ma finora nessuno ha presentato questo dialogo in modo organico e non accademico. Scienza da vedere è il primo libro che cerca di accendere un faro su questo amore. L'autore, Matteo Merzagora, giornalista scientifico, racconta come cinema e TV rispecchiano o determinano la percezione pubblica della scienza ma anche come questa, a sua volta, influenza e spesso ispira i grandi cineasti...

Matteo Merzagora

Scienza da vedere. L'immaginario scientifico sul grande e sul piccolo schermo

Sironi Editore, Milano

pp. 336 , € 15,50

Scienza e cinema si parlano da più di un secolo, ma finora nessuno ha presentato questo dialogo in modo organico e non accademico. Scienza da vedere è il primo libro che cerca di accendere un faro su questo amore. L'autore, Matteo Merzagora, giornalista scientifico, racconta come cinema e TV rispecchiano o determinano la percezione pubblica della scienza ma anche come questa, a sua volta, influenza e spesso ispira i grandi cineasti. Dal canto suo, il pubblico mostra oggi di avere un grande appetito di scienza, almeno come intrattenimento. Lo testimoniano i recenti successi cinematografici e teatrali. Dalla fantascienza ai documentari, dai thriller ai cartoni animati, dai b-movies ai grandi capolavori del cinema d'autore: attraverso un'alternanza di informazioni puntuali (oltre duecento schede di film e fiction TV) e spunti di riflessione organizzati sotto forma di guide alla visione, il volume fa luce su un fenomeno culturale di ampia portata.

Il libro si struttura in due parti: nella prima, si possono trovare una serie di percorsi tematici attraverso la filmografia mondiale (dagli albori a oggi); nella seconda, sono raccolte le schede di tutti i film citati. Nell'introduzione, vi è anche un'interessante spiegazione dei criteri di selezione: non volendo infatti realizzare un dizionario dei film scientifici, ma più uno strumento per orientarsi, l'autore ha fatto delle scelte escludendo film (o telefilm) anche famosi, per privilegiare invece la coerenza dei percorsi.