Uomini e cannoni a Urbino nel Rinascimento

Year: 2009
E' un quaderno del Centro Internazionale di Studi "Urbino e la Prospettiva" che, nella sua collana di fascicoli, pubblica studi su Arte e Scienza a Urbino (dal Rinascimento a oggi) e, parallelamente, sulle applicazioni matematiche-fisiche all'Arte e all'Architettura. La pubblicazione di Enrico Gamba - che porta come sottotitolo "Storie di architetti e ingegneri militari" - parla della nuova arte e della nuova scienza rappresentata (purtroppo) dalla guerra...

E. Gamba

Uomini e cannoni a Urbino nel Rinascimento

Urbino, 2008, pp. 126

 

E' un quaderno del Centro Internazionale di Studi "Urbino e la Prospettiva" che, nella sua collana di fascicoli, pubblica studi su Arte e Scienza a Urbino (dal Rinascimento a oggi) e, parallelamente, sulle applicazioni matematiche-fisiche all'Arte e all'Architettura.

La pubblicazione di Enrico Gamba - che porta come sottotitolo "Storie di architetti e ingegneri militari" - parla della nuova arte e della nuova scienza rappresentata (purtroppo) dalla guerra.

"Nel Trecento una nuova arma entra nella scena bellica europea, è l'arma da fuoco. L'arma utilizza la forza propulsiva di quella miscela di salnitro, zolfo, carbone, che prende il nome di polvere da sparo. L'arma è quella che impropriamente chiamiamo "cannone", ma che in effetti a seconda dei calibri e delle forme veniva battezzata con i nomi più diversi". La guerra diventa sempre più uno dei motori del progresso scientifico, uno stimolo per sviluppare in tutta fretta conoscenze che possono avere la meglio del nemico. La storia che Gamba racconta in 69 agili "capitoletti" ha comunque Urbino al suo centro e dura due secoli. Nel Seicento "le guerre in Italia diventano un ricordo sempre più lontano, i conflitti si sono spostati al nord - Guerra dei Trent'anni - e non toccano più la penisola, lo spirito bellicoso che aveva pervaso i nobili e il popolo urbinate si estingue in fretta, Urbino non è più una delle "capitali" europee dell'arte della guerra. Ai teatri di guerra si preferiscono le rappresentazioni teatrali".

Si parla di architetti e ingegneri militari, perché "combattere e vincere non è mai stato un fatto di pura violenza, contano l'astuzia, l'organizzazione, l'ideale per cui si combatte, la fiducia nei condottieri. La novità rinascimentale è la nascita di una "scienza"della guerra che si affianca alla tradizionale arte della guerra". Nessuna meraviglia, dunque, se un "capitoletto" del libro scritto da Gamba è dedicato a Nicolò Tartaglia, grande matematico bresciano che per primo tentò di dare una formulazione matematica della traiettoria dei proiettili. In un altro "capitoletto" troviamo Galileo Galilei, anche lui "sensibile agli argomenti militari. Senza averla mai praticata insegna a Padova architettura militare. La sua prima opera tratta "il compasso geometrico et militare", una sorta di personal computer seicentesco in grado tra l'altro di determinare l'alzo di una bocca da fuoco e la proporzione tra polvere e peso dei proiettili".

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