Ricordi di un (giovane) matematico

14/04/2014

Il matematico francese Laurent Lafforgue, classe 1966 e vincitore nel 2002 (con Vladimir Voevodsky) della Medaglia Fields, si trova in Italia per tenere un corso all'Università degli Studi di Milano e lo scorso 10 aprile ha parlato agli di studenti del liceo "Don Gnocchi" di Carate Brianza sulla sua esperienza di matematico: "Perché fare il matematico quando ci sono cose meno astratte e più vicine alla nostra vita? Perché la matematica è un aspetto della verità ed è una grande avventura umana cominciata da grandi uomini oltre duemila anni fa e che altri porteranno avanti dopo di me".

Nella sua carriera ha dato un contributo fondamentale nel campo della Teoria dei numeri e della Geometria algebrica, dimostrando parte delle cosiddette congetture di Langlands, che collegano la teoria dei numeri e la teoria di rappresentazione dei gruppi.

Laurent Lafforgue

 

Ripercorrendo la sua vita di studente ha ricordato che: "Non ho mai deciso di fare il matematico, da giovane preferivo letteratura e filosofia. Dopo il liceo ho intrapreso gli studi scientifici solo perché la matematica mi riusciva naturalmente e mi richiedeva meno sforzo. Sono le circostanze della vita ad avermi portato al mio lavoro, è una cosa che mi è stata donata e oggi sono felice di essere un matematico".

Parlando poi delle emozioni che suscita la Matematica, ha così affermato: "Quando trovi la soluzione di un problema e ne vedi la bellezza, la gioia è immensa. Ma non ti fermi, perché passi subito ai problemi che quella soluzione apre. E lo fai anche se sai già che una nuova ricerca causerà fatica e sofferenza. So che sembra masochistico ma in 20 anni ho capito una cosa: la verità non sta solo nel risultato ma anche nel cammino e nello sforzo che, costellato di delusioni e fallimenti, ci porta a quella verità".