Elementi di una proposta praticabile e indispensabile per la ristrutturazione comunitaria della ricerca scientifica

 

(Come mettere la ricerca fondamentale al riparo da improvvisazioni estemporanee)

1. La ricerca scientifica, in quanto "bene immateriale", di interesse sovranazionale, deve essere promossa e gestita in forme comunitarie e considerata l'indice più significativo dello sviluppo della civiltà mondiale. Stiamo parlando, ovviamente, della ricerca fondamentale, cioè della crescita del patrimonio di conoscenze sulla realtà naturale, che rende comprensibili ed accessibili all'uomo i processi governati dalle leggi della natura e dalla struttura razionale del pensiero.

2. La comunità scientifica internazionale ha messo in atto, ormai da molti anni, forme di cooperazione che non hanno l'analogo in nessun'altra attività umana. Ricordiamo che anche durante i periodi più duri della guerra fredda (intorno al 1960) la cooperazione internazionale tra gli scienziati rimase attiva, a dispetto dei veti e delle chiusure nei rapporti fra gli stati.

3. La Comunità Europea è ormai sulla strada di costituire una Federazione di paesi sviluppati che attuino politiche comuni; dal momento che la comunità scientifica europea agisce già e naturalmente per programmi di collaborazione, che hanno avuto brillanti esempi in strutture come il CERN per la fisica, PESA per le imprese spaziali, il centro ICMB di biologia molecolare di Lione, il laboratorio centrale dei gas ionizzati di Culham, eccetera, riunire in una federazione che si autogestisce tutte le attività di ricerca della Comunità sarebbe un passo significativo, sul piano culturale, in vista di una più completa riunificazione politica ed economica.


4. Come è lungimirante e?lodevole tradizione della ricerca fondamentale, i suoi risultati producono autorevolezza e prestigio per il gruppo di autori che li consegue; ma sono considerati inderogabilmente "patrimonio dell'umanità", a disposizione di chiunque abbia la capacità di impiegarli per la crescita del benessere in ogni paese del mondo e particolarmente nei paesi in via di sviluppo. Particolare attenzione e sorveglianza va dedicata a quegli usi, non infrequenti nel recente passato, classificati come militari, che richiedono speciali misure di controllo internazionale, a garanzia del fatto che tecnologie militari accessibili non vengano in possesso di minoranze aggressive.

5. Per quanto riguarda la produzione di innovazione a partire dalle conoscenze acquisite mediante i risultati della ricerca, ciascun paese deciderà di incentivare i propri produttori secondo politiche regionali varate in regime democratico. Sarà opportuno prendere in attenta considerazione la separazione degli interessi della comunità scientifica propriamente detta da quelli dei produttori; probabilmente sarà opportuno definire un codice etico che però nella comunità accademica europea è già largamente e spontaneamente accettato ed operante.


6. Elemento centrale della credibilità e dell'autorevolezza della comunità scientifica nel suo complesso sono le regole di selezione dei suoi membri; in particolare dei vertici, che devono essere riconosciuti tali dalla comunità nel suo insieme. Pertanto è necessario fissare regole di validità internazionale per la cooptazione di candidati degni, per competenza, preparazione, esperienza e qualità umane, di appartenere alla comunità scientifica stessa.


7. Se i punti 1 = 6 fossero accettati con appositi accordi dai Governi membri, allora sarebbe possibile renderne concreta l'attuazione stabilendo annualmente l'ammontare dei finanziamenti come quota unica del PIL, uguale per tutti i paesi, da affidare alla federazione degli scienziati, con tassativa esclusione di ogni ingerenza politicoburocratica ma con altrettanto tassativo obbligo di trasparenza e rendicontazione secondo modalità fissate a livello comunitario, per programmare e gestire l'attività di ricerca.