La “Primavera accademica”

11/04/2012

Qualche tempo fa avevamo riportato della protesta iniziata dal matematico inglese Tim Gowers contro i costi sempre più elevati delle pubblicazioni scientifiche e della campagna di boicottaggio nei confronti di Elsevier, casa editrice che pubblica la stragrande maggioranza delle riviste per addetti ai lavori.

La protesta, partita da un post dello stesso Gowers sul suo blog, ha avuto un inatteso successo e nel giro di pochi giorni oltre 9000 accademici hanno sottoscritto l’appello e aperto un sito nel quale discutere le nuove frontiere della diffusione scientifica. La comunicazione dei risultati – secondo questo movimento - deve essere gratuita perché questi costi stanno affossando le casse universitarie e rallentando la produzione scientifica quindi via libera alle riviste open access e alla pubblicazione online dei risultati della ricerca condotta con i fondi pubblici.

Stephen Curry, biologo presso l'Imperial College di Londra, afferma che gli scienziati devono ricontrattare un accordo con gli editori perché “per troppo tempo, siamo stati presi in giro e siamo stati ridicolizzati”. Continua Curry, “siamo di fronte ad importanti scelte politiche su una serie di questioni: i cambiamenti climatici, la produzione di energia, la clonazione, la tecnologia delle cellule staminali, gli alimenti OGM. Perché non possiamo sperare di affrontare adeguatamente anche il tema dell’accesso alla ricerca scientifica”.

Il quotidiano inglese The Guardian ha ribattezzato questo movimento – rifacendosi alle tante rivolte nel mondo arabo – “Primavera accademica” che vede coinvolti, come afferma Gowers, “un sacco di persone che trascorrono del tempo su internet per contribuire al cambiamento e aiutare seriamente il mondo della ricerca”.