La politica degli stereotipi

27/05/2021

È notizia di qualche giorno fa che l'Università di Bari ha deciso di fornire incentivi economici (borse di studio e riduzione delle tasse) per le ragazze che decidono di intraprendere la carriera universitaria nelle materie scientifiche, dove la loro presenza risultava troppo bassa.

Tra plausi e polemiche per la scelta adottata dall'ateneo pugliese c'è stato un intervento quantomeno bizzaro del Senatore leghista Simone Pillon - già noto al grande pubblico per le sue visioni antiprogressiste e omofobe - che ha affermato sul suo profilo social: "L'università di Bari spinge per far iscrivere ragazze a corsi di laurea tipicamente frequentati in prevalenza dai ragazzi. È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all'accudimento, come per esempio ostetricia. Questo però non sta bene ai cultori del Gender, secondo i quali ci DEVONO essere il 50% di donne nelle miniere e il 50% di uomini a fare puericultura".

Insomma la sua crociata a favore della segregazione sessuale (di ogni genere) prosegue e vede nella scienza il suo nuovo nemico. Queste gravi parole, tanto più gravi perché espresse da un membro delle Istituzioni del nostro Paese, sono inaccettabili in uno Stato che vuole definirsi moderno e certamente non rappresentano la realtà dei fatti che mostrano come gli esseri umani (indipendenemente dal genere) siano parimenti "portati" e "capaci" e che il loro impegno nella Scienza è ciò che ha consentito il progresso in tutti i campi dell'azione quotidiana.