La scienza malata? Come la burocrazia soffoca la ricerca

Year: 2011
L'autore (il suo campo di ricerca è la genetica) lavora presso l'Istituto CGMC dell'Università di Lione e in questo suo scritto si occupa di individuare principalmente le molteplici difficoltà che un ricercatore deve affrontare...

Laurent Ségalat

La scienza malata?
Come la burocrazia soffoca la ricerca

Raffaello Cortina Editore, Milano, 2010

pp.158;  euro 13,50



Il libro si apre con questa precisazione: ''Questo testo è rivolto principalmente a segnalare le disfunzioni del sistema più che ad analizzare le cause, politiche ed economiche. E' prima di tutto l'evoluzione del modo di fare scienza che è messa qui in questione''.

L'autore (il suo campo di ricerca è la genetica) lavora presso l'Istituto CGMC dell'Università di Lione e in questo suo scritto si occupa di individuare principalmente le molteplici difficoltà che un ricercatore deve affrontare per far conoscere i suoi lavori e per trovare i finanziamenti necessari.

Vengono così analizzate le condizioni in cui si trova a lavorare il ricercatore di oggi in confronto con le modalità di lavoro dei suoi omologhi dei secoli precedenti. Da questa semplice disamina emerge una forte critica alla attuale modalità di fare ricerca e alla distribuzione dei fondi per la ricerca.
Ségalat individua una prima disfunzione già nel meccanismo che deve decidere quali ricerche siano da finanziare e quali no. Paradossalmente, gli enti stessi a ciò preposti  assorbono la gran parte delle risorse economiche messe a disposizione della ricerca. L'autore porta come esempio la Francia dove l'ANR (Agenzia Nazionale per la Ricerca) è composta da 10.000 esperti che devono valutare 6.000 progetti in un anno.
Altro problema riguarda i ricercatori che impiegano alcuni anni a produrre risultati significativi. Questi si vedono superati da tutti i colleghi che ottengono risultati in tempi veloci. Non si possono più progettare ricerche a lungo termine se si vogliono ottenere finanziamenti per la propria ricerca e riconoscimenti per la propria carriera.
Il ricercatore deve trasformarsi in manager, spendere molto del suo tempo per scrivere relazioni sul proprio lavoro. Ancora,  deve spesso andare a cercarsi personalmente i fondi per proseguire la ricerca, deve gestire gli stessi una volta ricevuti.

A questo punto l'autore si domanda: ''Fare ricerca vuol dire compilare moduli?''.

E poi, chi sono gli esperti che valutano i lavori che vengono loro sottoposti? Quali sono i criteri di scelta per stabilire se un progetto merita un finanziamento oppure no? Che ruolo svolgono in tutto ciò le riviste più importanti, ad esempio Nature e Science? Quali e quante gelosie si generano per il successo di un progetto finanziato o, diversamente, per uno bocciato? Ha senso basare la ricerca sulla esasperata competizione tra ricercatori? Fino a che punto i dati divulgati sono reali o, la contrario,  astutamente artefatti e falsati?

Laurent Ségalat  non finge di avere una risposta definitiva a tutte queste domande ma il suo volume ha sicuramente il merito di far conoscere, anche ad un pubblico di non addetti ai lavori, le quotidiane e concrete difficoltà in cui si dibatte oggi la ricerca, soffocata dalla burocrazia e da criteri meritocratici per lo meno non sempre trasparenti e rivedibili.