Vivere la musica

Year: 2012
"Sono immerso nella musica da quando ho memoria di me. I miei primi ricordi musicali risalgono alla primissima infanzia, quando vivevo a Văşcăuţi con i miei genitori nella grande casa di campagna di proprietà dei nonni materni." Questo l’incipit del bel racconto autobiografico di Roman Vlad.

R. Vlad

Vivere la musica. Un racconto autobiografico

Einaudi, Torino, 2011

pp. 240; euro 9,99

 

Sono immerso nella musica da quando ho memoria di me. I miei primi ricordi musicali risalgono alla primissima infanzia, quando vivevo a Văşcăuţi con i miei genitori nella grande casa di campagna di proprietà dei nonni materni. Questo l’incipit del bel racconto autobiografico di Roman Vlad.

Figlio dell’alta borghesia della Bucovina, legata agli Asburgo sin dal 1774, Roman fa in tempo a nascere nel 1919 per vedere la fine della duplice monarchia e del suo impero centenario, assistendo nel corso della vita al passaggio della propria terra prima alla Romania, poi alla Germania e all’Unione Sovietica e, dopo il crollo di quest’ultima, all’Ucraina. Gran parte di questi rivolgimenti saranno vissuti da lontano, avendo deciso il giovane Roman di proseguire gli studi musicali in Italia sin dal 1938, divenendo cittadino italiano già nei primi anni 50’.

Compositore, musicologo e critico di fama mondiale, Roman Vlad ha ricoperto prestigiosi incarichi direttivi: direttore artistico dell'Accademia Filarmonica Romana, del Teatro Comunale di Firenze, dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, presidente della Società Aquilana dei Concerti e dell'Accademia Filarmonica Romana. È stato, inoltre, direttore artistico del Teatro alla Scala di Milano e sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma e presidente della Siae. Ha composto opere teatrali e balletti, colonne sonore, musiche orchestrali sinfoniche e da camera.

Le prime pagine dell’autobiografia contengono molte notizie relative alla formazione scolastica del piccolo Vlad. Veniamo così a sapere del suo interesse spiccato per la Matematica incoraggiato dal padre che lo vorrebbe ingegnere e dei battibecchi con il poco sagace professore. L’iscrizione ad Ingegneria ci sarà, in effetti, sia per assecondare la volontà paterna sia per gusto personale. Inoltre gli studi universitari accompagneranno, almeno per un certo periodo, quelli musicali anche dopo il trasferimento a Roma.

Il legame con la Matematica non deve essersi spezzato negli anni se un capitolo del libro si intitola “musica e matematica” e contiene le riflessioni di una vita intera, dedicate ai rapporti tra le due discipline.

Scritto con penna felice e carico di intensi e partecipati ricordi, l’autobiografia di Roman Vlad è consigliabile a tutti coloro che hanno a cuore la cultura del nostro Paese; musicofili e non.