L'arte di uccidere i draghi

Year: 2013
Matematica e morale sembrano abbondare di leggi, prescrizioni, regole e divieti. Questo, almeno, se interpretiamo la morale nella sua accezione più bacchettona e bigotta. Ma la vera morale – quella che invece è volta a promuovere il progresso di individui e società e, dunque, l’esercizio maturo e consapevole della libertà – sembra aver poco a che spartire con il determinismo e l’astrazione della Matematica.

Matematica e morale sembrano abbondare di leggi, prescrizioni, regole e divieti. Questo, almeno, se interpretiamo la morale nella sua accezione più bacchettona e bigotta. Ma la vera morale – quella che invece è volta a promuovere il progresso di individui e società e, dunque, l’esercizio maturo e consapevole della libertà – sembra aver poco a che spartire con il determinismo e l’astrazione della Matematica. Eppure la storia ci racconta tutt'altra verità e ci testimonia dell’ammirazione che per secoli i filosofi dell’etica hanno coltivato verso la presunta perfezione della Matematica, arrivando persino ad assumerla come modello ineguagliabile di ispirazione. Anche ai nostri giorni questi punti di contatto si mantengono e anzi si approfondiscono. Gli autori ne discutono sulla base di testimonianze autorevolissime, antiche e moderne – da Platone a Bertrand Russell, da Pascal a Musil, da Spinoza al Grande Fratello, dagli illuministi a Chesterton – e arrivano a sorprendenti conclusioni.

Qui l'introduzione.

 

Stefano Leonesi, Carlo Toffalori

L'arte di uccidere i draghi

Università Bocconi Centro PRISTEM, Milano, 2013

pp. 136; euro 15,00

 

ISBN 978-88-96181-14-0

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