27 gennaio 2020, il Giorno della Memoria

Il 27 gennaio - in ricordo di quel 27 gennaio 1945, in cui le truppe sovietiche liberarono il campo di Auschwitz - si celebra il Giorno della Memoria. La ricorrenza è stata istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del popolo ebraico e di tutte le minoranze su cui si abbattè la barbarie del nazismo e del fascismo, e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati dalla ferocia degli aguzzini.

"Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000.

Art. 1.

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

 

Per ricordare le atrocità che le deportazioni hanno causato, vi proponiamo l'articolo di Pietro Nastasi che appare sul numero di gennaio 2020 di PRISMA che ricorda la figura di Enrica Calabresi (1891-1944), una ricercatrice ebrea che si rifiutò di fuggire dai nazifascisti e che di fronte alla prospettiva di essere trasferita ad Auschwitz preferì morire avvelenata.

La scelta di Enrica

Enrica Calabresi