Su la Repubblica del 23 febbraio, Federico Rampini (uno degli inviati di punta del quotidiano) ricorda nelle due pagine centrali del giornale la figura di Corrado Gini, uno dei maggiori matematici e statistici italiani del Novecento. Nato a Motta di Livenza (Treviso) nel 1884 e morto nel 1965, Gini è stata figura molto discussa nel mondo scientifico italiano per la sua adesione ideologica e politica al fascismo.
Corrado Gini
Ha comunque il merito di aver introdotto un coefficiente, che porta ancora il suo nome, che "dal 1912 è lo strumenti statistico più autorevole, più universale, più attendibile per misurare la distanza tra i ricchi e i poveri. O meglio ancora la "dispersione statistica" che descrive accuratamente le distanze tra tutti i redditi". Il coefficiente di Gini viene citato ripetutamente dal presidente Obama nei suoi discorsi e negli ultimi tempi anche da Bill de Blasio, neosindaco di New York.
Quello delle disuguaglianze sociali e degli strumenti matematici per conoscerle e misurarle sarà proprio uno dei temi al centro del Convegno "Matematica e Democrazia" che si terrà a Orvieto dal 4 al 6 aprile. In particolare la relazione di Andrea Brandolini del Centro Studi della Banca d'Italia è proprio intitolata "Strumenti matematici e giudizi di valore nella misurazione della disuguaglianza".
Federico Rampini
Il coefficiente di Gini non è molto benevolo nei confronti dell'Italia. Scrive ancora Rampini: "Negli ultimi decenni sono nati coefficienti di Gini che oltre al reddito misurano le disuguaglianze in termini di accesso all'istruzione; di mobilità sociale; di opportunità. La forza di quell'indice prescinde dal paese in cui è nato: l'Italia figura molto male nelle classifiche stilate con l'indice Gini, sia che misuri le disparità nei redditi, sia per gli altri indicatori di mobilità e opportunità".
Corrado Gini. L'Uomo coefficiente, di Federico Rampini, la Repubblica, 23 febbraio 2014