Galois in scena a Torino

È in scena a Torino, e rimarrà fino al prossimo 17 aprile presso il Teatro Gobetti, lo spettacolo "Galois" monologo di Paolo Giordano, fisico e autore di uno dei libri di maggior successo degli ultimi anni "La solitudine dei numeri primi" (Premio Strega e Premio Campiello 2008) messo in scena e interpretato da Fabrizio Falco, giovane attore emergente già vincitore del Premio Mastroianni al Festival del Cinema di Venezia 2012.

Fabrizio Falco

 

Si tratta di un monologo dedicato a Évariste Galois (1811-1832), figura romantica e tragica al tempo stesso, che ricorda più il temperamento di un grande poeta piuttosto che quello di un uomo di scienza. Il suo lavoro ha posto le basi, con la teoria che porta il suo nome, a una fondamentale branca dell'Algebra astratta.

Galois era un fervente repubblicano, ed è famoso un suo brindisi al Re con in mano un coltello: proprio questo brindisi lo portò in prigione e solo grazie a degli amici che testimoniarono a suo favore riuscì ad essere scarcerato. Pochi mesi dopo l'episodio del coltello, il giovane morì a soli 21 anni durante un duello, combattuto per salvare l'onore di una donna (anche se alcuni storici sostengono che la sfida fosse stata organizzata proprio per eliminarlo), con un colpo di pistola sparato da venticinque passi di distanza da quello che, se non un amico, era certamente stato un compagno di battaglie politiche.

Durante la sua ultima notte di vita, certo che la fine stesse per giungere, si gettò a capofitto sui propri appunti per rimetterli a posto e sempre la stessa notte scrisse una lettera all'amico e matematico Auguste Chevalier.

L'autore del monologo, Paolo Giordano, celebra la figura di Galois mescolando realtà e leggenda, e ci consegna, attraverso la forma di una lettera, un monologo-confessione di grande intensità. Ne viene fuori il ritratto di un meraviglioso personaggio dai tratti irruenti e passionali: la passione per la Matematica, la militanza politica, le delusioni, le amicizie e gli amori. Raccontare Galois oggi non è solo rivivere la storia di un matematico, è anche immedesimarsi un intellettuale che viveva nel suo tempo e cercava di cambiarlo, una lezione che abbiamo il dovere di condividere con la contemporaneità.

Paolo Giordano

 

Come riportato in un'intervista su la Lettura (inserto settimanale del Corriere della Sera) Giordano ha affermato che: "Galois fa parte del pantheon di quei geni assoluti con vite da gioventù bruciata che spesso ispirano chi intraprende studi scientifici. Volevo approfondire meglio la conoscenza di questo genio solitario e ribelle, al cui vita viene spezzata a vent'anni. La sua biografia è per me speciale. Alla base della teoria delle particelle, che era il mio campo quando mi occupavo di fisica, c'è la teoria dei gruppi fa lui formulata". E a proposito delle lettere di Galois, continua: "sono piene di fervore, ma suscitano anche tenerezza. Un destino avverso lo perseguita, i suoi studi non vengono presi in considerazione. Tuttavia egli conserva una fede incrollabile nelle proprie intuizioni".