Il “Premio Balzan” 2010 al matematico brasiliano Jacob Palis

Al matematico Jacob Palis dell'IMPA (Instituto de Matemática Pura e Aplicada) di Rio de Janeiro, è stato assegnato, il 6 settembre, il prestigioso “Premio Balzan” per le Scienze matematiche, insieme a Carlo Ginzburg (per la Storia), Manfred Brauneck (per il Teatro) e Shinya Yamanaka (per la Biologia).

Il premio Balzan viene assegnato ogni anno a quattro studiosi, che si sono distinti per le loro ricerche e per l'opera di diffusione della cultura, dall'omonima fondazione italo-svizzera istituita nel 1956 da Lina Balzan per onorare la memoria del padre Eugenio, direttore del "Corriere della sera" dal 1903 al 1933 (quando lasciò l'Italia per opporsi agli ambienti ostili all’indipendenza del Corriere). Palis è il settimo matematico vincitore del Premio dopo il russo Kolmogorov (1962), l'italiano Bombieri (1980), il francese Serre (1985), lo svizzero Borel (1992), il russo Gromov (1999) e il belga Deligne (2004).

L’ammontare del singolo premio è attualmente di un milione di franchi svizzeri, con la clausola che metà della somma deve essere attribuita al finanziamento di progetti condotti da giovani ricercatori.

La motivazione del premio a Palis recita " Per i suoi contributi fondamentali alla teoria matematica dei sistemi dinamici".

Il premio, che si aggiunge a una folta lista di riconoscimenti che il prof. Palis ha ottenuto nel corso della sua lunga carriera, giunge al compimento del suo settantesimo anno di età, e sicuramente costituisce una importante testimonianza della vastità dei suoi contributi sia alla ricerca matematica di frontiera che come divulgatore e organizzatore di istituzioni ed eventi per la diffusione della cultura matematica, soprattutto fra i giovani. In particolare il prof. Palis è noto per aver dato un decisivo contributo alla crescita dell'IMPA, la prestigiosa istituzione che sotto la sua direzione (dal 1993 al 2003) è diventata uno dei principali centri mondiali di ricerca per la Matematica e le sue applicazioni. Palis è anche stato presidente dell'Unione Matematica Internazionale dal 1999 al 2002.

 

Nato nel 1940, si è laureato a Rio de Janeiro nel 1962 e ha poi finito il dottorato nel 1967 all'Università di Berkeley sotto la supervisione di Stephen Smale, considerato una delle più grandi menti matematiche del 900, medaglia Field nel 1966, noto anche perché si vantava di aver avuto le migliori intuizioni, che stanno alla base dei suoi ben noti teoremi di Topologia e sistemi dinamici, mentre passeggiava sulle spiagge di Rio.

Rientrato in Brasile, Palis ha svolto presso l'IMPA ricerche nel campo dei sistemi dinamici, un settore della Matematica che studia, mediante i concetti della Geometria differenziale e la Topologia e  con strumenti geometrici, analitici e numerici, modelli che descrivono l'evoluzione di sistemi reali che evolvono nel tempo

Le sue pubblicazione degli anni Sessanta sui concetti di stabilità strutturale, biforcazioni e comportamenti caotici sono considerati fondamentali (e fondanti) e hanno fornito le linee guida per la recente esplosione di studi in questo settore della Matematica, studi che portano ai concetti di caos deterministico e geometrie frattali. Recentemente Palis ha proposto un insieme di congetture e problemi aperti, noto come "Palis Program", che costituisce una sfida e uno stimolo per la ricerca di molti giovani matematici.

Termino questa (troppo) breve nota con un ricordo personale. Ho avuto il piacere di incontrare Jacob Palis una sola volta, nel 1995, durante una scuola estiva sui sistemi dinamici che si svolse a Miramare di Trieste presso l'ICTP (International Centre for Theoretical Physics). La sua lezione era molto attesa, sia perché fra i docenti c'erano molti giovani ricercatori dell'IMPA, di cui Palis era direttore, sia perché era da poco uscito un suo importante libro, il famoso Hyperbolicity and Sensitive-Chaotic Dynamics at Homoclinic Bifurcations  di J. Palis e F. Takens, Cambridge Univ. Press (1993).

Ebbene, quando Palis arrivò a definire il concetto di "caos deterministico", uno dei temi centrali del suo libro, sorprese tutti dicendo che una delle migliori definizioni di "effetto farfalla", la principale caratteristica del caos deterministico, era quella data nel 1842 da Edgar Alan Poe, nel romanzo poliziesco "Il mistero di Marie Rogêt", dove l'autore scrive:

"Per quanto riguarda l’ultima parte della supposizione, si dovrà considerare che la più insignificante differenza nei fatti delle due vicende potrebbe dar luogo ai più importanti errori di calcolo, facendo divergere radicalmente le due sequenze dei fatti; proprio come in aritmetica un errore che in sé non ha valore, alla fine, moltiplicandosi da un punto all’altro del procedimento, produce un risultato lontanissimo dal vero."

Ho conservato la fotocopia dei lucidi di quella lezione di Palis, di cui riporto sotto quello in cui è riprodotto (con la grafia di Palis) il passo di Poe (ovviamente in inglese):