Le nomine negli Enti Pubblici di Ricerca

Il Ministro, signora Mariastella Gelmini, ha nominato a metà agosto i nuovi presidenti di molti Enti Pubblici di Ricerca (EPR) che ricadono sotto la tutela del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Ha lasciato perplesso e ha creato dispiacere la mancata riconferma di scienziati di straordinario valore, come Luciano Maiani, presidente uscente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), o come Tommaso Maccacaro, presidente uscente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Il dispiacere nasce dal fatto che si tratta di due ricercatori il cui grande valore scientifico, unanimemente riconosciuto a livello internazionale, è abbinato a un’altrettanto grande qualità umana.

La perplessità nasce da almeno due fatti. Il primo è che Maiani e Maccacaro non sono stati riconfermati malgrado il fatto che,  sotto la loro presidenza, sia il CNR sia l’INAF abbiano consolidato le loro performance scientifiche, mostrando una notevole capacità di competere con istituzioni analoghe a livello internazionale. È un merito tanto più rimarchevole in quanto il miglioramento è avvenuto in condizioni di oggettiva difficoltà. A livello internazionale c’è il marcato protagonismo delle nuove potenze scientifiche emergenti – la Cina, per esempio, è diventata il secondo investitore al mondo in ricerca e sviluppo (R&S), il secondo Paese per produzione di articoli scientifici, il primo Paese in assoluto per numero di ricercatori –mentre a livello nazionale abbiamo assistito ai vistosi tagli ai finanziamenti per la ricerca e alla crescita abnorme del carico burocratico. Il secondo fatto che ha generato perplessità è che la mancata riconferma e la conseguente sostituzione di Maiani al CNR e di Maccacaro all’INAF è avvenuta senza una spiegazione pubblica (e per quanto ci risulta neppure privata). Mandati a casa senza sapere il perché. Allo stesso modo, senza motivazione, è la riconferma di Enrico Saggese all’Agenzia Spaziale Italiana. Perché Maiani e Maccacaro non sono stati riconfermati e Saggese sì? Ciò detto, occorre riconoscere che nel complesso il Ministro Gelmini ha operato buone scelte, niente affatto scontate, sia in termini metodologici che di merito. Sul piano del metodo ha rispettato le indicazioni della comunità scientifica, manifestate sia attraverso un’indicazione diretta da parte dei ricercatori dell’ente interessato sia – è proprio il caso del CNR e dell’INAF – con lo strumento del search committee, ovvero di un comitato di esperti che suggerisce al Ministro una rosa di nomi entro cui conviene scegliere. Il risultato, sul piano del merito, è stata la nomina di una costellazione di personalità di assoluto valore scientifico, del tutto appropriate alla responsabilità cui sono state chiamate. Ci riferiamo, in particolare, a Francesco Profumo, Giovanni (Nanni) Bignami, Domenico Giardini, Enrico Alleva, Maria Cristina Pedicchio, Vincenzo Ancona.

Francesco Profumo è stato nominato alla presidenza del CNR, il massimo Ente pubblico di ricerca italiano. È ordinario di Elettronica industriale a Torino ed è il rettore uscente del Politecnico del capoluogo piemontese. Proprio a Torino, Profumo ha dimostrato di saper abbinare al valore scientifico le capacità di governo di una grande istituzione pubblica di alta formazione e di ricerca. Molti giudicano notevole, in particolare, la sua capacità di far interagire mondo accademico e mondo industriale, sviluppando un dialogo che in Italia è piuttosto carente (e non per colpa dei ricercatori e dell’Università).

Giovanni (Nanni) Bignami è stato chiamato a presiedere l’INAF. È ordinario di Astronomia allo IUSS di Pavia. È Accademico dei Lincei e membro di altre sei accademie nazionali e straniere. Ha ricevuto numerosi premi scientifici. Ha ricoperto numerosi incarichi di direzione di istituzione scientifiche. Conosce come pochi la possibilità di utilizzare lo spazio e le sue tecnologie per realizzare ricerca scientifica avanzata. Insomma, è un grande scienziato e un esperto manager. Il fatto curioso è che era stato mandato via proprio da Mariastella Gelmini, e senza spiegazioni, dalla presidenza dell’ASI. Ora viene chiamato dal medesimo Ministro alla Presidenza dell’INAF. Un altro Accademico Linceo, Enrico Alleva, è stato chiamato a presiedere la Stazione zoologica Anton Dohrn” di Napoli, il primo laboratorio che nasce per dedicarsi alla Biologia marina grazie all’intuizione – era in corrispondenza diretta con Charles Darwin – dell’evoluzionista Anton Dohrn. Enrico Alleva è etologo ed esperto di Biologia del comportamento in forze all’Istituto Superiore di Sanità (ISS), conosciuto anche al grande pubblico per i suoi interessi e le ottime capacità nella divulgazione. Il suo palmares scientifico è invidiabile: oltre a essere dirigente di ricerca dell’ISS, è membro di 12 diverse Accademie (compresa quella dei Lincei). I suoi interessi sono vastissimi: oltre che scienziato e comunicatore, è membro della Commissione di Bioetica del CNR. Conosce molto bene la Stazione zoologica Anton Dohrn” perché è stato per molti anni nel suo comitato scientifico. Domenico Giardini sostituisce Enzo Boschi alla direzione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Giardini insegna al Politecnico di Zurigo, il famoso ETH. È membro dell’Accademia delle Scienze della Svizzera, ha esperienza sia accademica che gestionale.

Maria Cristina Pedicchio è stata nominata alla presidenza dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale. È ordinario di Algebra presso l’Università di Trieste. Ha avuto notevoli esperienze di gestione, compresa quella dell’Area Science Park. È stata consigliere di amministrazione della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) e componente del Consiglio direttivo dell’Associazione Parchi Scientifici. Ha collaborato con importanti istituzioni di politica della scienza in Europa e in diversi Paesi. Conosce bene i rapporti tra scienza e industria.

Vincenzo Ancona è diventato, infine, presidente dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica (INDAM). Il ministro si è limitato a nominarlo dopo che Ancona, ordinario all’Università di Firenze, era stato eletto dalla stessa comunità scientifica.

Ci sono state anche altre nomine: Corrado Clini al Consorzio per l’area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste; Fabrizio Cambi all’Istituto Italiano di Studi Germanici (IISG); Alberto Carpinteri all’Istituto Nazionale di Ricerca Meteorologica (INRIM); Luisa Cifarelli al Museo Storico della Fisica e Centro di Studi e Ricerche “Enrico Fermi”.

Non bisogna sottovalutare il metodo e il merito di queste nomine, anche se nella contemporanea determinazione dei Consigli di Amministrazione degli Enti Pubblici di Ricerca non sempre, secondo molti osservatori, il criterio del merito ha brillato con uguale intensità. Ma, diciamolo francamente, è la prima volta che un Ministro del MIUR di un governo Berlusconi ha operato scelte nella nomina dei vertici degli enti pubblici che premiano chiaramente il valore scientifico e tecnico invece che l’appartenenza politica. Mariastella Gelmini – anche contraddicendo scelte di segno opposto operate in passato – questa volta lo ha fatto e, dunque, onore al merito. Non vale, questa volta, chiedersi perché è accaduto. Qualcuno insinua che un motivo potrebbe risiedere nel fatto che i nuovi presidenti saranno presto chiamati a gestire tagli pesantissimi ai finanziamenti nazionali alla ricerca. Ci auguriamo per il bene del Paese, prima ancora che della ricerca italiana, che questi tagli non ci siano. Ma, nella sciagurata evenienza che dovessero esserci, è sempre meglio che a gestirli siano persone che valgono. A patto, ovviamente, che si dimostrino gelosi custodi della loro autonomia.