Matematica e fumetti: intervista a Andrea Plazzi

Il prossimo 31 ottobre (e fino al 2 novembre) si terrà  il “Lucca Comics&Science” – sezione del “Lucca Comics&Games” – festival il cui intento è promuovere il rapporto scienza-intrattenimento, esplorando i loro legami e collegamenti. L’evento è avrà come protagonista la Matematica, le cui potenzialità comunicative sono spesso molto al di sopra delle aspettative. Fra gli ospiti d’onore il matematico e medaglia Fields Cédric Villani e il fumettista Leo Ortolani che presenterà una sorpresa per tutti gli appassionati di scienza e fumetti.

Per approfondire il legame fra scienza e narrativa intervistiamo Andrea Plazzi, organizzatore del “Lucca Comics&Science”.

Andrea Plazzi

 

La prima frase della scheda a te dedicata su Wikipedia recita “Andrea Plazzi (Bologna, 1962) è un traduttore, saggista ed editor italiano, attivo in campo fumettistico per la Panini Comics, noto soprattutto per la sua consulenza per le opere di Leo Ortolani”, ma si sono dimenticati di dire che sei anche un matematico! Come mai avevi scelto di studiare Matematica e come è avvenuto il “salto” al mondo del fumetto?

Sono andato a controllare e (per ora) indica che sono laureato in matematica. Ne approfitto per dire che quando scoprii l’esistenza di questa cosa imbarazzante (la pagina di Wikipedia) prima di farmene una ragione restai perplesso per un bel po’. Penso ancora che sia fuori luogo ma, in definitiva, se qualcuno ha pensato che valesse la pena e il tempo di aprirla e compilarla, e soprattutto se la pagina ha resistito al vaglio della comunità wikipediana (che nel frattempo ho conosciuto più da vicino), per definizione – di Wikipedia – a qualcosa servirà. Per la cronaca, non è mai stata aggiornata e mancano un bel po’ di cose che – a questo punto – non mi dispiacerebbe fossero riportate. Ma non avrò mai il coraggio di farlo io.

Potrebbero rientrarci, tra l’altro – regalo questo scoop reticente a PRISTEM – alcune insospettabili coincidenze (o forse sincronicità) matematiche collegate a Will Eisner, mostro sacro del fumetto di tutti i tempi che ho avuto la fortuna di frequentare nei suoi ultimi anni. Non dirò altro.

A parte una forte ma generica predilezione liceale, se ricordo bene decisi di iscrivermi a Matematica nella convinzione che avrei potuto studiare senza imparare a memoria. Ho sempre avuto una memoria ragionevolmente buona (forse meno ora che è più difficile esercitarla) e non sarebbe stato quello il problema. Da fratelli e sorelle maggiori degli amici mi arrivavano però racconti terribili di esami come Anatomia, Diritto Privato e altri colossali mattoni che richiedevano sforzi mnemonici assolutamente – secondo me – irragionevoli. Imparare e ripetere a memoria mi è sempre sembrato stupido e ancora oggi è un’idea che mi irrita un po’. Pensavo che studiando Matematica sarebbe bastato pensarci un po’, capire, et voilà, si poteva ricostruire o ricavare tutto ragionandoci sopra e si davano gli esami. Un’idea di studio ingenua e semplificata, ma forse non del tutto sbagliata per matematica...

 

Per un certo periodo hai esercitato la professione del matematico occupandoti di modellazione. Puoi spiegarci meglio di cosa si trattava?

Ho lavorato per quattro anni per il laboratorio di ricerca e sviluppo di un gruppo privato, dove studiavo e in parte sviluppavo il motore geometrico di un sistema CAD 3D orientato al CAM. In breve, i metodi – e una libreria di funzioni che li implementava – per definire, tracciare e intervenire in vario modo su curve e superfici nello spazio. C’era bisogno di un po’ di tutto: geometria differenziale classica, un po’ di analisi complessa (una sola variabile, per carità), fondamenti di CGI, analisi numerica a pacchi e soprattutto tutti i possibili sistemi di funzioni-base del mondo (un po’ di Bézier ma soprattutto splines in ogni loro declinazione). Il 25-30% del tempo andava nella programmazione (Fortran, poi C). 

 

Il tuo interesse e la passione per la scienza è evidente anche sul tuo blog (andreaplazzi.wordpress.com), ma come nasce l’idea del “Lucca Comics&Science 2013”?

Il blog è fermo e non lo riprenderò senza una motivazione forte (scrivere è difficile e faticoso) e mi fa piacere se durante il suo periodo di attività è riuscito a trasmettere quest’impressione.

COMICS & SCIENCE è un’idea avuta insieme a Roberto Natalini dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” di Roma (che di per sé è un’istituzione storica che all’inizio m’incuteva un po’ di soggezione). Roberto aveva già da anni un’intensa attività di divulgazione matematica, Io invece, abbastanza inconsapevolmente, per mia curiosità personale e forse anche un po’ per épater les bourgeois, come ospite a Lucca Comics&Games – di cui da anni curo diverse sezioni – avevo invitato un docente della Scuola Normale di Pisa.

Roberto ha due figli adolescenti appassionati di fumetti, non avrebbe potuto ignorare l’esistenza di Lucca neanche provandoci e vedeva quanto quell’ambiente li coinvolgesse. Era possibile convogliare verso la scienza tutto quell’interesse genuino e tutta quella passione, senza tradire da un lato la sacrosanta missione a divertire e dall’altro senza sacrificare informazione e precisione sull’altare della semplificazione? Secondo noi la risposta era assolutamente “sì”, così abbiamo fatto 2+2 (ovviamente) e cominciato a mettere a fuoco “Comics&Science”: un format per presentare iniziative, prodotti dell’intrattenimento e in generale un’idea di divulgazione dall’approccio narrativo e (se ci riusciamo) non didascalico, che cercherà di proporre eventi più che tradizionali incontri.

 

Celebre è la tua collaborazione con il fumettista Leo Ortolani (famoso per la serie Rat-Man), che ti ha addirittura fatto diventare un fumetto e che parteciperà al Festival per presentare la sua opera “MISTERIUS – Speciale Scienza”, svolta con la collaborazione dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo di Roma. Quindi c’è spazio per la Matematica nella letteratura fumettistica? Ci puoi consigliare dei fumetti in cui compaiono riferimenti alla Matematica?

Gottinga di Davide Osenda (001 Edizioni, 2009) è un lavoro davvero brillante che declina in chiave narrativa le idee più ardue e rivoluzionarie dei Fondamenti della Matematica: dai transfiniti di Cantor ai teoremi di Gödel. Logicomix (Guanda, 2010) è un compendio della storia della logica del XX secolo scritta usando come filo conduttore la (lunghissima) vita di Bertrand Russell e il registro della commedia brillante. Sono due esempi forse un po’ fuorvianti, perché sono un po’ più che opere con riferimenti matematici: sono lavori di narrativa in cui la matematica e la logica forniscono non semplicemente spunti esotici per citazioni e frasi a effetto, ma le idee portanti dello sviluppo narrativo.

In realtà non esistono molti lavori di questo tipo, perché le idee matematiche – questa è una mia opinione abbastanza rudimentale, tutta da argomentare – sono in genere talmente “forti” da richiedere idee narrative almeno altrettanto valide e “autonome” (un esempio forse non del tutto centrato ma che non mi dispiace è Lo zio Petros e la congettura di Goldbach, che guarda caso è di Apostolos Doxiadis, uno degli autori di Logicomix; mi accorgo che non sto distinguendo tra fumetto, narrativa in prosa o altro, e in effetti non c’è un vero motivo per farlo). Poi ci sono veri e propri pionieri, storie come il disneyano Paperino nel regno della Matematica, un gioiello senza tempo. Superficialmente, può apparire folkloristico e didattico (lunghe spiegazioni, radici quadrate che fluttuano nell’aria, etc.) ma l’abilità narrativa degli autori ne fa un esempio pressoché perfetto di quell’intrattenimento di qualità di cui si parlava: rigore scientifico che non pesa minimamente sullo svolgimento della storia, e quindi sul lettore. Qualcosa di enorme: è il cuore della divulgazione e può alimentare la ricerca futura.

 

(Intervista a cura di Jacopo De Tullio)

Andrea Plazzi e Leo Ortolani in versione fumetto (disegnatore: Leo Ortolani)