Curve policentriche

Year: 2011
Il libro di Felice Ragazzo è (anche) un libro di Geometria. Di una Geometria profonda che tuttavia sfugge alla nostra abitudine, immersi come siamo nel mondo dell’astrazione, nel quale la profondità è rivendicata a prezzo di una specializzazione disponibile a pochi.

F. Ragazzo 

Curve policentriche

Prospettive, Roma, 2011

pp. 287, euro 24,00

 

Il libro di Felice Ragazzo è (anche) un libro di Geometria. Di una Geometria profonda che tuttavia sfugge alla nostra abitudine, immersi come siamo nel mondo dell’astrazione, nel quale la profondità è rivendicata a prezzo di una specializzazione disponibile a pochi. Di una Geometria che ama disegnare, tracciare curve e raccordi, trovare graficamente i luoghi di punti, costruire il segmento o l’arco di circonferenza e per questo ha un sapore antico ed è tanto più necessaria al nostro gusto ed alla nostra esigenza estetica.

Infatti, il libro di Felice Ragazzo è anche un libro d’arte. Non in senso classico, ma nel senso che le sue figure sono belle, che il libro si può semplicemente sfogliare rimanendo affascinati dal suo apparato iconografico. Le sue curve, rigorosamente tracciate, descritte con precisione, catalogate sistematicamente, anziché trasmettere il senso dell’ovvio e del ripetitivo riempiono l’occhio della curiosità e del desiderio di conoscerne il senso, l’origine e lo sviluppo. 

La “magia” del libro – se si può dire questo – consiste proprio nel far credere che la Geometria sia subordinata dalle forme e dal loro aspetto grafico, scoprire che forse si può dire anche il contrario: è la Geometria che propone l’armonia delle forme ed il loro fascino.

Le “curve policentriche” sono curve piane formate da archi di circonferenza e segmenti che si raccordano senza formare punti angolosi, in maniera “liscia”, come si dice. Il libro ha solo qualche “excursus” nella terza dimensione. Come è possibile nelle varie situazioni trovare il giusto raccordo? E quante soluzioni esistono? Come individuarle nella pratica del disegno? È incredibile la quantità di forme del mondo reale, quello architettonico del progettare, quello artistico del decorare e quello della pratica costruttiva, che si possono rappresentare solo con archi di circonferenza, segmenti e loro sapienti raccordi.

Lo studio di Felice Ragazzo affronta e risolve graficamente questi problemi, attraverso l’uso di semplici proprietà geometriche – quando è il caso – o introducendo e sviluppando quanto basta nuovi concetti geometrici, come i “Luoghi di equidistanza” o i “Luoghi dei raccordi”, che permettono di trattare vari casi in maniera unitaria.

Non mancano alcune appendici in cui l’autore discute gli argomenti con maggiore condiscendenza verso la teoria geometrica e le situazioni concrete della decorazione e dell’architettura. Ma non è questo il problema. Tutto il testo è di fatto compenetrato dal gusto di capire, provare a fare e poi fare. Insomma, la teoria, la pratica e la sperimentazione si rispondono di continuo.

Nell’introduzione, osserva giustamente Franco Ghione: “L’intera trattazione si accompagna a un apparato iconografico di grande interesse e bellezza che prevale decisamente sui contenuti più propriamente geometrici, dando all’opera quel carattere distintivo di un testo rivolto agli artigiani del design più che ai matematici, contribuendo anche a sviluppare quella alterità di gusto, quella originalità di proposte grafiche, quella duttilità di situazioni, che permette di allargare le possibili scelte tecnico-estetiche”.

Eppure anche il matematico ha molto da imparare: per i contenuti, che spesso provengono da alcune semplici proprietà generali, per il metodo, che esamina con impegno e originalità tutti i possibili casi e infine per il senso estetico dal quale tutto il libro è informato e che dovrebbe sempre essere un riferimento per il lavoro del matematico.

Forse è vero che si tratta di un libro rivolto soprattutto a chi si occupa di design. La quarta di copertina lo presenta come “strumento operativo nell’ostico campo delle tangenze tra archi e rette, nel progettare, nel disegnare e nel realizzare manufatti”. Tutto vero e corrispondente alla natura del suo autore, che si dichiara semplicemente un artigiano del legno. Ma se si vedono i suoi prodotti, si esamina questo libro, si sfogliano i cataloghi delle sue mostre, si capisce subito che è uno di quelli che fanno le cose per bene, motivato da una necessità, per curiosità e ricerca del bello, per desiderio di capire e di completare il pensiero con i propri oggetti. Certamente il libro non nasce da un’operazione “a tavolino”, per mettere insieme argomenti diversi “alla moda”, ma come esigenza profonda dell’autore: il raccordo fra geometria, design, senso estetico è prima di tutto dentro l’autore.

Un libro che è comunque destinato ad allargare il senso della creatività dei lettori e la loro inventiva, oltre ad aumentare, se ne hanno, i loro strumenti professionali.