Io sono quella che tu fuggi. Leopardi e la Natura

Year: 2015
La filosofia della natura di Giacomo Leopardi costituisce indubbiamente una delle componenti fondamentali della formazione e quindi della produzione del poeta di Recanati. Troppo spesso però il "naturalismo" leopardiano viene banalizzato e ridotto a poche e stereotipate formule scolastiche che non danno ragione della complessità di questo.

G. Polizzi

Io sono quella che tu fuggi. Leopardi e la Natura

Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2015

pp. VII + 126; euro 17,00

 

La filosofia della natura di Giacomo Leopardi costituisce indubbiamente una delle componenti fondamentali della formazione e quindi della produzione del poeta di Recanati. Troppo spesso però il "naturalismo" leopardiano viene banalizzato e ridotto a poche e stereotipate formule scolastiche che non danno ragione della complessità di questo. Il saggio di Gaspare Polizzi (che porta a sintesi il personale itinerario di studi dell'autore durato quasi venti anni) mira invece proprio a restituire questa complessità, facendo luce sull'originalità filosofica e le precise competenze scientifiche dell'autore dei Canti.

Il percorso procede attraverso diverse sezioni dedicate rispettivamente all'Astronomia, alla Matematica, alla Chimica, alla Biologia, alla Fisica e all'automazione, prima di soffermarsi sul rapporto tra antichi e moderni e sulla concezione dell'uomo tra utopia e disincanto.

L'autore indaga con puntualità e abbondanza di riferimenti ed esempi i diversi ambiti delle conoscenze scientifiche leopardiane nelle opere poetiche e in prosa, senza mai trascurare la fondamentale distribuzione cronologica: "Ogni capitolo si modula nel tempo, cercando di mostrare la permanenza di conoscenze giovanili, immutate o modificate, alla radice di tanti motivi di pensiero poetante e di poesia pensante".

Ed è così che, partendo dalle lettura delle pagine del saggio, trovano via via nuovo significato espressioni quale "poeta cosmico e lunare", "stratonismo", "visione paesaggistica e idillica"…. ma soprattutto emerge ancora una volta la straordinaria grandezza e la sconcertante attualità della parola leopardiana.