L’enigma dei raggi cosmici. Le più grandi energie dell’universo

Year: 2012
100 anni fa il fisico austriaco Victor Hess saliva in pallone ad un’altitudine di oltre 5000 metri, scoprendo che il nostro pianeta è continuamente bombardato da quella che al momento apparve avere tutte le caratteristiche di una radiazione elettromagnetica di altissima energia proveniente dallo spazio.

A. De Angelis

L’enigma dei raggi cosmici. Le più grandi energie dell’universo

Springer, Milano, 2011

pp. 160; euro 20,40

100 anni fa il fisico austriaco Victor Hess saliva in pallone ad un’altitudine di oltre 5000 metri, scoprendo che il nostro pianeta è continuamente bombardato da quella che al momento apparve avere tutte le caratteristiche di una radiazione elettromagnetica di altissima energia proveniente dallo spazio. Universalmente riconosciuto ancora oggi come lo scopritore dei raggi cosmici, che si rivelarono essere in realtà particelle di varia natura, Hess fu insignito del Nobel per la fisica nel 1936. Questo onore sarebbe dovuto toccare a giusto titolo anche all’italiano Domenico Pacini, che un anno prima aveva compiuto esperimenti innovativi nelle acque del mar Tirreno e nel lago di Bracciano giungendo alle stesse conclusioni, ma purtroppo era già morto da due anni.

Nel ripercorrere tutta la vicenda legata alle ricerche sui raggi cosmici attraverso una mirabile cavalcata storica che arriva fino ai giorni nostri il libro mette in luce in una forma narrativa molto coinvolgente come le grandi energie di cui sono dotate queste particelle ne hanno sempre fatto le protagoniste della ricerca nel campo della fisica fondamentale. Furono uno strumento principe per lo studio della materia subnucleare fino agli anni cinquanta e successivamente, dopo l’avvento di potenti acceleratori di particelle, acquistarono un ruolo molto più articolato continuando ad animare un affascinante settore di ricerca in continua evoluzione che oggi studia con strumenti molto più sofisticati questi messaggeri che arrivano da misteriose sorgenti nell’universo profondo, motori cosmici in grado di imprimere energie anche centinaia di milioni di volte superiori a quelle con cui le particelle vengono prodotte per mezzo dei più potenti acceleratori terrestri. Studiare i segnali provenienti dallo spazio significa ormai indagare sulla natura stessa e sulle origini del nostro universo.