La corrispondenza epistolare tra Niccolò De Marino e Girolamo Settimo

Year: 2009
Il libro si divide in tre capitoli distinti. Nel primo, gli autori descrivono il clima culturale della Matematica italiana del '700. La gran parte del capitolo è dedicata ai due protagonisti: il più famoso Niccolò De Martino, matematico napoletano, e il suo corrispondente Girolamo Settimo (matematico palermitano). Sfogliando queste prime pagine, si scoprono i problemi di Matematica e Fisica che venivano studiati dai "nostri" matematici nel'700...

N. Palladino - A. M. Mercurio - F. Palladino

 La corrispondenza epistolare tra Niccolò De Marino e Girolamo Settimo

Leo S. Olschki, Firenze, 2008, pag.205

 

Il libro si divide in tre capitoli distinti.
Nel primo, gli autori descrivono il clima culturale della Matematica italiana del '700. La gran parte del capitolo è dedicata ai due protagonisti: il più famoso Niccolò De Martino, matematico napoletano, e il suo corrispondente Girolamo Settimo (matematico palermitano). Sfogliando queste prime pagine, si scoprono i problemi di Matematica e Fisica che venivano studiati dai "nostri" matematici nel'700 e l'attenzione che dedicavano allo studio dei lavori dei loro colleghi europei, in particolare Cotes ed Eulero. Si ripercorrono così alcune tappe della crescita e dello sviluppo dell'Analisi. Si fa anche la conoscenza di altri matematici italiani che di rado si trovano citati nei testi di Storia delle matematiche.

Il secondo capitolo è tutto dedicato all'esame dell'opera, inedita, di Girolamo Settimo: “Trattato delle Unghiette Cilindriche” che ha dato il via alla corrispondenza tra i due matematici. Attraverso il recupero di questo testo inedito, gli autori ci conducono alla scoperta dei metodi utilizzati nel '700 per affrontare un problema di integrazione e di calcolo di volumi e superfici.

Il terzo capitolo contiene le 62 lettere che De Martino inviò, dal 1751 al 1753, al suo corrispondente Settimo. Gran parte delle lettere contengono suggerimenti e integrazioni al lavoro di quest'ultimo. Tutte queste lettere sono ampiamente commentate attraverso note che cercano di spiegare, con l'uso dei termini moderni, quanto lo scrivente desiderava comunicare all'autore del “Trattato”. Alcune lettere non trattano specificatamente problemi matematici ma ci permettono di capire il clima politico e sociale del Regno di Napoli. Nella corrispondenza tra i due studiosi, trovano spazio anche commenti e riflessioni sul problema del funzionamento del Lotto e del calcolo combinatorio.

Le due appendici finali contengono due lettere di Settimo a De Martino e un'analisi del Teorema di Cotes. Questo lavoro ha appunto ispirato Settimo nel scrivere il suo "Trattato".