L'universo a dondolo
Pietro Greco
L’universo a dondolo – La scienza nell’opera di Gianni Rodari
Springer, Milano, 2010
pp. XII+344; euro 26.00
E’ un libro che l’autore, Pietro Greco, noto giornalista scientifico, collaboratore anche di questo sito, dedica a Gianni Rodari e alla presenza della scienza nella sua opera letteraria. E’ un libro significativo e impegnato che vuole mostrare come Rodari, solitamente relegato nel girone minore della letteratura per l’infanzia, anche se considerato in questo campo il più importante autore italiano dopo Collodi, appartenga invece alla cultura “alta” e sia meritevole di stare tra i grandi della Letteratura italiana del Novecento. Vuole anche provare come sia anche “espressione della vocazione più profonda della letteratura italiana, che da Dante a Galileo, da Leopardi a Calvino, hanno cucito incessantemente le fila di quell’ordito che tiene insieme la letteratura, la filosofia e la scienza”.
Così tutta la prima parte del libro è tesa a fare emergere la centralità delle scienze nell’opera dell’autore. C’è anche la Matematica con un capitolo dedicato a quelle filastrocche i cui protagonisti sono i numeri, lo zero, i fattoriali, gli insiemi, la Geometria. “ A ben vedere è questa la grande intuizione (forse la più grande) che ha avuto Gianni Rodari nel reinventare la grammatica della fantasia e nell’utilizzare gli antichi strumenti – la favola, la filastrocca – per raccontare ai bambini (e agli adulti) non solo e non tanto il mondo nuovo in cui ci hanno sbarcato la scienza e la tecnologia, ma il nuovo modo di pensare il mondo nell’era della scienza e della tecnologia”.
La seconda parte del volume è costituita invece da un profilo biografico dell’autore, nato e cresciuto nella regione dei laghi tra Piemonte e Lombardia: figlio di un fornaio, giovane antifascista, poi comunista, giornalista de L’Unità, difensore dei fumetti sospettati invece di americanismo da Nilde Jotti e Palmiro Togliatti. Rodari muore nel 1980. Dal suo libro “Filastrocche in cielo e in terra” del 1960 riportiamo la filastrocca “Il trionfo dello zero”:
C’era una volta
un povero Zero
tondo come un o,
tanto buono ma però
contava proprio zero e
nessuno
lo voleva in compagnia.
Una volta per caso
trovò il numero Uno
di cattivo umore perché
non riusciva a contare
fino a Tre.
Vedendolo così nero
Il piccolo Zero
si fece coraggio,
sulla sua macchina
gli offerse un passaggio;
schiacciò l’acceleratore,
fiero assai dell’onore
di avere a bordo
un simile personaggio.
D’un tratto chi si vede
fermo sul marciapiede?
Il signor Tre
che si leva il cappello
e fa un inchino
fino al tombino…
e poi, per Giove
il Sette, l’Otto, il Nove
che fanno lo stesso.
Ma cosa era successo?
Che l’Uno e lo Zero
seduti vicini,
uno qua l’altro là
formavano un gran Dieci:
nientemeno, un’autorità!
Da quel giorno lo Zero
fu molto rispettato,
anzi da tutti i numeri
ricercato e corteggiato:
gli cedevano la destra
con zelo e premura
(di tenerlo a sinistra
avevano paura),
gli pagavano il cinema,
per il piccolo Zero
fu la felicità.
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