Portati dal vento

Year: 2007
Il volume presenta i risultati più significativi di alcune ricerche condotte dall'autrice insieme ad alcune colleghe – anche loro ricercatrici dell'“Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali” – del CNR di Roma. Il sottotitolo del volume – “Il nuovo mercato del lavoro scientifico: ricercatori più flessibili o più precari?” – fa subito comprendere il taglio e i contenuti del libro.

M. C. Brandi

Portati dal vento

Odradek ed., Roma, 2006

pp. 199, euro 15

 

Il volume presenta i risultati più significativi di alcune ricerche condotte dall'autrice insieme ad alcune colleghe – anche loro ricercatrici dell'“Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali” – del CNR di Roma.

Il sottotitolo del volume – “Il nuovo mercato del lavoro scientifico: ricercatori più flessibili o più precari?” – fa subito comprendere il taglio e i contenuti del libro. L'autrice analizza il fenomeno della flessibilità (o del precariato?) all'interno delle organizzazioni scientifiche, all'interno a sua volta del più generale quadro di trasformazione dell'organizzazione della ricerca in Italia e negli altri Paesi ad economia avanzata.

Ecco i titoli dei quattro capitoli (prima delle “conclusioni”) che compongono il volume:

1. La crisi delle vocazioni scientifiche e altri effetti della precarietà nel lavoro scientifico.

2. Alcuni dati sulla ricerca scientifica e sull'educazione superiore.

3. Una ricerca empirica: l'indagine sulla flessibilità del lavoro in ambiente scientifico nel 2004.

4. I ricercatori con contratto a termine del CNR: evoluzione del precariato tra il 1999 e il 2004.

Poi, le conclusioni nelle quali (tra l'altro) si afferma – in ultima analisi – che le ipotesi solitamente portate a sostegno della necessità di una flessibilità del lavoro anche in ambiente accademico “non hanno alcun riscontro, almeno nella realtà italiana. (…) In definitiva, i nostri risultati mostrano chiaramente il fallimento dell'attuale sistema dei rapporti di lavoro a termine in ambiente scientifico: non si è infatti realizzato un sistema “flessibile” (termine comunque ambiguo) ma solo un insostenibile sistema di precariato”.