Se viceversa

Year: 2014
Troppo spesso la Matematica è vissuta come uno sterile esercizio: applicare le formule stampate sul libro di scuola e così risolvere il problema che l'insegnante ha dettato alla lavagna. Questo è un errore colossale, che condanna la Matematica a essere concepita esclusivamente come un lavoro automatico e noioso, complesso solo in quanto intricato. Non c'è da stupirsi che generazioni di studenti, formati in questo modo, la trovino ostica e antipatica.

G. Lolli

Se viceversa

Bollati Boringhieri, Torino, 2014

pp. 305; euro 24,00

 

"Se viceversa", continuò Tweedledee;

"così fosse, potrebbe essere;

e se così non fosse, sarebbe;

ma dato che non è, non si dà.

È logico."

(Lewis Carroll, Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò)

Troppo spesso la Matematica è vissuta come uno sterile esercizio: applicare le formule stampate sul libro di scuola e così risolvere il problema che l'insegnante ha dettato alla lavagna. Questo è un errore colossale, che condanna la Matematica a essere concepita esclusivamente come un lavoro automatico e noioso, complesso solo in quanto intricato. Non c'è da stupirsi che generazioni di studenti, formati in questo modo, la trovino ostica e antipatica.

Ma la Matematica non è questo e, forse, basterebbe insegnare ai ragazzi a trovare la formula col ragionamento, invece che semplicemente applicarla, dandola per scontata. Una dimostrazione matematica non è mai una scorciatoia che qualcuno ha trovato per fare i calcoli più in fretta, semmai, come scrive Gabriele Lolli (docente di Filosofia della matematica alla Scuola Normale Superiore di Pisa) "è più simile ad una passeggiata, senza fretta, con deviazioni e ritorni e visite su percorsi laterali, in un paesaggio abitato da pensieri e parole".

La matematica della scuola non abitua a pensare ed è più simile allo studio della religione, nel quale si forniscono verità da imparare a memoria, negando agli studenti la gioia e il brivido di trovare da sé una propria verità, sulla quale poi discutere e argomentare. Se a scuola l'insegnate chiede "quanto fa 2+2?" e un ragazzo risponde "4" va bene così; se per caso uno studente azzarda "perché 2+2 fa 4?" verrebbe guardato male. Eppure la domanda è tutt'altro che stupida e ha impegnato le menti di non pochi matematici.

Questo libro è dunque un viaggio, secondo l'autore, nella Matematica interessante, quella che apre la mente e insegna a ragionare.