Fare la scienza e non la guerra

01/03/2022

Oltre 600 scienziati e giornalisti scientifici russi hanno sottoscritto una dura lettera aperta contro la guerra di aggressione russa in Ucraina. La Federazione delle accademie scientifiche e umanistiche europee (ALLEA) ha rilanciato l'appello degli studiosi russi e ha adottato una dichiarazione in cui auspica il rispetto delle convenzioni internazionali sulla protezione dei civili e dei beni culturali e esprime profonda preoccupazione per la sicurezza dei colleghi accademici ucraini.

Negli ultimi giorni, oltre seimila persone sono state fermate per aver partecipato a proteste pacifiche contro la guerra. La sottoscrizione dell'appello da parte degli scienziati russi è può portare potenzialmente a conseguenze professionali e personali.

Ecco il testo italiano dell'appello che come Centro PRISTEM divulghiamo con convinzione:

Noi, studiosi, scienziati ed esponenti del giornalismo scientifico russi, esprimiamo una decisa protesta contro le azioni di guerra intraprese dalle forze armate del nostro paese contro i territori dell'Ucraina. Questo passo fatale comporta innumerevoli vite umane e mina le basi del sistema consolidato della sicurezza internazionale. La responsabilità dell'avere scatenato una nuova guerra in Europa è tutta della Russia.

Per questa guerra non ci sono giustificazioni. I tentativi di sfruttare la situazione del Donbass come occasione per aprire un teatro di guerra non sono per niente credibili. È del tutto evidente che l'Ucraina non rappresenta una minaccia per la sicurezza del nostro paese. La guerra contro di essa è ingiusta e manifestamente priva di senso.

L'Ucraina è stata e continua ad essere un paese a noi vicino. Molti di noi hanno parenti, amici e colleghi che condividono le nostre ricerche scientifiche. I nostri padri, nonni e bisnonni hanno combattuto assieme contro il nazismo. L'atto di scatenare una guerra per le ambizioni geopolitiche del governo della Federazione Russa – mosso da dubbie fantasie storiche – rappresenta un cinico tradimento perpetrato alla loro memoria. Noi rispettiamo l'autonomia statale dell’Ucraina che si regge su valide istituzioni democratiche. Capiamo la scelta europea dei nostri vicini. Siamo convinti che tutti i problemi che riguardano i nostri due paesi possono essere risolti pacificamente.

Scatenando questa guerra la Russia si è autocondannata a un isolamento internazionale, allo status di paese-maledetto Questo significa che noi, studiosi e scienziati, non potremo più svolgere il nostro lavoro come abbiamo fatto finora in quanto la ricerca scientifica è impensabile senza la collaborazione con colleghi stranieri. L'isolamento della Russia dal mondo comporta un ulteriore degrado, culturale e tecnologico, del nostro paese e una totale mancanza di prospettive positive. La guerra con l'Ucraina è un salto nel buio.

Fa male riconoscere che il nostro paese, che ha portato un contributo fondamentale alla vittoria sul nazismo, è ora diventato la miccia di una nuova guerra nel continente europeo. Chiediamo l'immediata sospensione di tutte le azioni militari condotte contro l'Ucraina. Chiediamo il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dello stato ucraino. Chiediamo la pace per i nostri due paesi!