Era
nata a Palermo il 10 febbraio 1886; è morta a Catania nel
1964, quasi dimenticata.
Si
era laureata in Matematica a Palermo nel 1910, discutendo
una tesi assegnatale da Giuseppe Bagnera. Libero docente nel
1914, diventa professore straordinario di Analisi a Cagliari
(1921-1923) e successivamente professore ordinario nella stessa
sede fino al 1927, quando si trasferisce sulla cattedra di
Analisi algebrica di Catania. "La sua aspirazione ad
insegnare nella Sua città natale, Palermo, venne sempre frustrata
e fu per lei motivo di grande amarezza vedersi preferire matematici
di statura ben diversa dalla Sua. Ritiratasi dall'insegnamento,
non ebbe dalla Facoltà di Catania, che per trenta anni Ella
aveva servito, il riconoscimento della proposta di nomina
a Professore Emerito. Ma anche in campo nazionale Pia Nalli
fu lasciata nel più completo oblio. Nessuna Accademia pensò
di accoglierLa mai fra i suoi membri, mai fu chiamata a giudicare
un concorso universitario (...), mai ebbe un incarico di distinzione
e di prestigio. D'altra parte Ella possedeva l'orgoglio dell'autentico scienziato di
razza, che Le impediva di mendicare i riconoscimenti e le
cariche" (Gaetano Fichera).
Tutto
ciò, malgrado una produzione scientifica di grande rispetto.
Aveva esordito con alcune ricerche nell'indirizzo degli studi
di Bagnera ma, dove esprime doti di autentica originalità,
è negli studi sulla teoria dell'integrale in cui si riallaccia
alle fondamentali ricerche di Borel, Lebesgue, de la Vallée
Poussin, Vitali e Denjoy. La sua tesi di abilitazione alla
libera docenza, “Esposizione e confronto critico delle diverse
definizioni proposte per l'integrale definito di una funzione
limitata o no”, rivela come la giovane analista "abbia
saputo penetrare e profondamente impadronirsi di una materia
che a quell'epoca era ancora tutt'altro che assestata ed anzi
in via di formazione" (Fichera). Negli anni immediatamente
successivi, le sue ricerche riguardano la sommazione delle
serie, l’Analisi reale e quella funzionale mentre, dal 1928
in poi, la sua attenzione si sposta decisamente verso il calcolo
differenziale assoluto di Ricci e Levi-Civita, con cui intrattiene
un vivace scambio epistolare.
Necrologio:
Bollettino UMI, (3) vol. XX (1965), n. 6, pp. 544-549 (G. Fichera)
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