Gian Carlo Rota. Il matematico filosofo

-

5-6-7 maggio 2014

Istituto Veneto delle Arti e delle Scienze


Gian Carlo Rota. Il matematico filosofo

 

Programma del Convegno

Gian Carlo Rota (1932-1999) si è diplomato presso l’Università di Princeton e l’Università di Yale, dopo aver studiato al Colegio Americano di Quito in Ecuador. Ha condotto l’essenziale della sua carriera presso il Massachusetts Institute of Technology, dove è stato (e rimane) l’unico ad avere ottenuto un posto di Professore di Matematica Applicata e di Filosofia. Ha anche occupato la cattedra Norbert Wiener di Matematica Applicata.

Senza considerare l’insegnamento al MIT, Rota ha ricevuto distinzioni accademiche dall’Università di Strasburgo, nel 1984; dall’Università dell’Aquila, nel 1990; dall’Università di Bologna, nel 1996; e della Brooklyn Polytechnical University nel 1997. Dal 1966 sino alla morte, avvenuta nel 1999, fu consulente del Los Alamos National Laboratory, dove tenne lezioni, partecipò a gruppi di discussione e collaborò in modo particolare con Stanislaw Ulam, suo amico fraterno. Fu ugualmente consulente presso la Rand Corporation dal 1966 al 1971 e il Brookhaven National Laboratory dal 1969 al 1973. Fu eletto alla National Academy of Sciences nel 1982 e vice-presidente dell’American Mathematical Society (AMS) dal 1995 al 1997.

Professò un corso difficile, ma molto popolare sulle probabilità che il MIT non ha mai più riproposto. Tenne lezioni sulle Applicazioni del Calcolo, le Equazioni Differenziali e l’Analisi Combinatoria. Il suo corso di Filosofia, dedicato alla fenomenologia, si teneva il venerdì sera per rendere gestibile l’alto numero di iscrizioni. Tra le sue numerose eccentricità, Rota non insegnava mai senza la sua bottiglia di Coca-Cola e distribuiva premi agli studenti che ponevano domande durante la lezione o che riuscivano a superare gli esami. Si andava dalla tavoletta di cioccolato… ai coltelli tascabili.

Rota iniziò la sua carriera in analisi funzionale, ma in seguito orientò diversamente la sua ricerca per diventare un grandissimo studioso di analisi combinatoria. È stato proprio Rota, con una serie di dieci articoli sui “Fondamenti dell’Analisi Combinatoria”, pubblicati negli anni ’60, che trasformò questo ramo della matematica in una disciplina rispettata della matematica contemporanea.

Ammise che l’unica idea combinatoria che avrebbe desiderato veder ricordata è la corrispondenza esistente tra problemi combinatori e il problema della localizzazione degli zeri nei polinomi. Ha lavorato sulla teoria delle algebre d’incidenza (che generalizzano la teoria dell’inversione di Möbius, risalente all’Ottocento) che rese popolare presso gli studiosi di analisi combinatoria; ha stabilito il calcolo umbrale fondandolo in modo rigoroso; ha unificato la teoria delle sequenze di Scheffer e le sequenze polinomiali di tipo binomiale; ha contribuito allo sviluppo della teoria delle matroidi; ha anche lavorato sui problemi fondamentali della teoria delle probabilità; infine, ha dato degli orientamenti generali per la teoria delle superalgebre. La sua opera filosofica fu essenzialmente dedicata alla fenomenologia di Husserl e Heidegger.

Gian-Carlo Rota si è spento nel sonno nella sua casa di Cambridge, Massachusetts. La morte fu attribuita ad un problema cardiaco dovuto a un’arteriosclerosi. Un’aula di lettura (2-285) del dipartimento di matematica al MIT gli è dedicata. Secondo la tradizione dei nostri incontri veneziani, questo Convegno si propone di trattare tanto l’aspetto scientifico quanto quello filosofico dell’opera di Gian-Carlo Rota.